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Draghi: “Riaprire il turismo il 2 giugno? Magari anche prima”

“Il ministro Garavaglia ha indicato il 2 giugno come data per il turismo, chissà magari anche prima. Noi dobbiamo essere pronti ad accogliere tutti i turisti che hanno un certificato vaccinale”. Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa.

“Al ministro Garavaglia ho chiesto un piano per le riapeture di fiere ed eventi, ce ne sono tanti e dobbiamo andare molto svelti altrimenti perdiamo la stagione turistica. Questo penso sia il miglior messaggio per rassicurare il paese, stiamo guardando al futuro delle prossime settimane”, ha proseguito il Presidente del Consiglio.

Confermate le date per lo sblocco dei licenziamenti, che non saranno prorogate: “La posizione del governo è quella espressa nel decreto sostegni: lo sblocco dei licenziamenti a giugno a seconda dei due tipi di ammortizzatore sociale di cui dispongono i lavoratori e a ottobre per gli altri”. La Cgil avava chiesto di prorogare il blocco dei licenziamenti fino alla fine di ottobre.

Quanto ai sostegni, “La dimensione” del prossimo decreto “sarà forse più grande di quello passato”. 

E sulla questione AstraZeneca: “Nei dati non vedo un grande crollo della fiducia in AstraZeneca, o almeno non come ci si aspettava. Noi continueremo a dare un messaggio rassicurante che non daremo a cuor leggero ma con grande serietà Del resto sia io che mia moglie siamo stati vaccinati con AstraZeneca in tutta serenità”. 

Inoltre: “L’obiettivo delle 500 mila vaccinazioni al giorno sarà rispettato. Sì, lo confermo, ho chiamato il commissario Figliuolo”. Ma: “Dovremo continuare a vaccinarci anche negli anni a venire perché ci saranno le varianti”.

Poi la raccomandazione: “Seguire le linee guida e usare il vaccino Astrazeneca per coloro che hanno più di 60 anni di età. Il rischio di decesso è massimo per coloro che hanno più di 75 anni. Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni, i giovani, i ragazzi, gli psicologi di 35 anni, queste platee di operatori sanitari che si allargano. Con che coscienza la gente salta la lista per vaccinarsi lasciando un rischio concreto di morte per le persone fragili o gli over 75?”.

Riguardo al confronto con le Regioni, Draghi ha riferito: “Quello di oggi con le regioni è stato il primo incontro di una serie sul pnrr e sono molto incoraggiato dal clima di collaborazione che c’è, anche sui vaccini”. “Gli eventi sono stati molto complicati, non ci sono responsabilità di una parte sola. Adesso siamo a una fase dirimente: adesso vaccinare le classi di rischio è interesse delle Regioni perchè potranno riaprire più in fretta. Ci sarà una ordinanza del commissario Figliuolo”.

Nelle prossime settimane “vogliamo riaprire”, “questo penso sia il miglior messaggio per rassicurare il paese, stiamo guardando al futuro delle prossime settimane”, ha assicurato.

“Ho visto Salvini, Bersani e i presidenti di regioni e province. Tutti chiedono le riaperture, è normale. Sono consapevole della situazione di bisogno e disperazione, le manifestazioni che ci sono state: la violenza va condannata ma capisco totalmente il senso di smarrimento e alienazione che si ha in questa situazione. Voglio vedere le prossime settimane per parlare di riaperture, riaperture in sicurezza. Le prossime settimane devono essere di riaperture, ma riaperture in sicurezza. Tanto più celermente procedono le vaccinazioni di categorie a rischio, tanto più celermente potremo riaprire”. E aggiunge: “Non ho una data, dipende dall’andamento dei contagi”

“Quella del 30 aprile è una data di scadenza indicata nell’ultimo decreto, ma nello stesso tempo si dice anche che qualora l’andamento delle vaccinazioni e dei contagi mostrasse la possibilità, si possono riconsiderare aperture anche prima ma avere date oggi significa che io possa conoscere i valori dei parametri di una certa data e questo non è possibile. Ci sono molte diversità tra regioni anche insospettabili, nelle regioni che sono molto avanti nella campagna con i più vulnerabili sarà più semplice riaprire, da parte mia e del Governo c’è la volontà”, ha concluso Draghi.

Il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini, durante la Conferenza Unificata di oggi pomeriggio con il Presidente del Consiglio aveva detto: “Il Recovery Plan è un’occasione unica e formidabile per la ripartenza del nostro Paese dopo l’emergenza Covid. Le Regioni sono pronte a collaborare con il Governo, ribadendo la necessità di un coinvolgimento nella messa a terra di investimenti decisivi per il futuro dell’Italia”.

“Ringraziamo il premier per questa occasione di confronto e a lui abbiamo ribadito che le Regioni sono pronte a dare una mano, perchè ci preme più di ogni altra cosa il bene del Paese e la sua ripartenza”, ha proseguito Bonaccini. Il Recovery Plan è un passaggio fondamentale per il nostro futuro, “e tutti i livelli istituzionali saranno giudicati in base alla loro effettiva capacità di spendere e spendere bene le risorse messe a disposizione dall’Unione europea”.

In questa ottica, “il raggiungimento dell’obiettivo di mettere a terra investimenti per oltre 200 miliardi di euro ha bisogno della partecipazione e della massima collaborazione di Regioni, Province e Comuni”. Bonaccini ha aggiunto: “Sappiamo di avere poco tempo, dunque sono necessari interventi robusti sul piano degli snellimenti procedurali e delle semplificazioni, e penso in particolare al codice degli appalti”. Su questi e su altri temi “abbiamo riscontrato grande attenzione e sensibilità da parte del Presidente del Consiglio che nonostante i tempi ristretti ci ha anche assicurato che quello odierno è il primo di una serie di confronti fra il Governo, le Regioni e le autonomie locali che avranno luoghi nei prossimi giorni. Credo davvero che oggi – ha concluso Bonaccini – siano state poste le basi di un’alleanza istituzionale del ‘sistema Paese’ per l’attuazione sinergica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

(Agenzia Dire)

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