Si è chiuso ieri, domenica, la terza edizione del Nòt Film Fest, il festival del cinema indipendente di Santarcangelo di Romagna che anche quest’anno ha illuminato le notti del borgo romagnolo. Con più di 150 presenze al giorno alle proiezioni e il grande successo del Castle Bar allo Sferisterio, l’edizione 2020 ha regalato emozioni e sorprese in un momento storico molto particolare per gli eventi e le arti in generale.
4 giorni di eventi, corto e lungometraggi, documentari, video musicali e short films sulla moda per un totale di 118 film, oltre 2 mila minuti di proiezione proveniente da 32 paesi diversi all’insegna dell’inclusione, del senso di comunità e creatività verace che caratterizza il festival fondato da Noemi Bruschi, Alizé Latini e Giovanni Labadessa, giovani professionisti dell’industria cinematografica trapiantati a Los Angeles.
Prima delle proiezioni serali allo Sferisterio e durante la premiazione, accompagnati da una standing ovation del pubblico, i tre hanno colto l’occasione per ringraziare i volontari e gli sponsor che hanno reso possibile la manifestazione. In qualità di portavoce, Giovanni Labadessa ha preso parola: “In questo anno particolare, abbiamo avuto la fortuna di trovare chi ci ha sostenuto, una città che ha riconosciuto il nostro valore e che ci ha concesso uno spazio come questo cinema per accogliere tutte le persone in sala”. Ha poi continuato: “Per permettere la fruizione delle pellicole in competizione anche a chi non ha potuto presenziare al festival a causa della situazione attuale, abbiamo pensato a una modalità di condivisione online attraverso la piattaforma streaming ‘Nòt Stream’. Non è però unicamente nel digitale che investiremo le nostre energie in futuro, perché comunque crediamo che la community sia fatta di persone”. Tra gli applausi sono poi stati comunicati i nomi dei vincitori per le differenti categorie, 18 premi totali di cui 5 speciali:
Miglior lungo di narrativa: Woman of the Photographs
Miglior corto di narrativa: Lost and Found
Miglior documentario lungo: The Grand Unified Theory of Howard Bloom
Miglior documentario corto: L’ultimo barbiere di Carrera Longa
Miglior video musicale: Wherever you are
Miglior fashion film: Say aaahhh!
Miglior regia lungo di narrativa: Rotten Ears di Piotr Dylewiski
Miglior regia corto di narrativa: Sticker di Georgi M. Unkovski
Miglior regia documentario lungo: Twinkle Dammit! di Chuang Xu
Miglior regia documentario corto: L’ultimo barbiere di Carrera Longa di Antonio Maciocco
Miglior regia video musicali: Little Big – Go Bananas di A. Pasok, I. Prusikin
Miglior regia fashion film: Say aaahhh! di Bine Bachgamsgard
Miglior performance: Magdalena Celmer, Rotten Ears
Fabula Award per la sceneggiatura: The Last Queen on Earth
Straight Arrow Award: Tired Eyes
Final Draft: Theia
Nòt Stream Audience Award: Pi Amuri o Pi Raggia / Last Stand
ER FilmMaker: The childhood experience
In generale, la chiusura di un festival è sempre una giornata emozionante: al Nòt si inizia dalla mattina con la tavola rotonda dei giudici moderata da Peter Baxter, presidente di giuria e fondatore del celebre festival indipendente Slamdance. Baxter ha intrapreso una discussione stimolante sul futuro della cinematografia indipendente, affrontando in particolare l’argomento dei festival e dell’importanza che rivestono per i filmmaker emergenti. “I festival sono luogo di incontro e di contatto fra i professionisti dell’industria cinematografica” ha detto Baxter, senza però dimenticare l’importanza sempre maggiore che stanno guadagnando gli emergenti festival on-line, soprattutto in emergenza Covid.
Contemporaneamente c’è stata la seconda e ultima parte del workshop di Fabula Deck, dove i partecipanti hanno potuto rivedere le sceneggiature scritte dai gruppi di lavoro durante il festival.
Grazie al secondo workshop si è entrati nel mondo dei documentari con Luca Severi, giovane regista e documentarista con base a Los Angeles. Nell’arco della giornata saranno proiettate inoltre due sue opere: la prima europea Calypso durante la sezione delle 15 “Art House”, che racconta in chiave moderna un capitolo della storia di Ulisse, e That Click, documentario sul leggendario fotografo Douglas Kirkland, proiettato durante la serata di chiusura.
Dopo aver mostrato alcune scene di documentari e suoi lavori, Severi ha citato la concezione di Martin Scorsese circa la differenza tra un film di narrativa e un documentario: “La narrativa interpreta una storia, il documentario la racconta”. La sala era piena e sono stati sollevati diversi spunti indirizzati ai documentaristi emergenti: “E’ importante strutturare bene il lavoro, non si può andare in giro per strada e filmare quello che capita; si inizia con una storia e mentre ci si lavora probabilmente spunteranno nuovi stimoli e sicuramente verranno fatte delle scelte. Bisogna scegliere le sfide da cogliere”.
Le due prime europee Calypso (US) e Pillars (US) e le due italiane It’s been too long (US) e Pitalev (Israele) formano la sezione Slamdance Spotlight, le cui opere sono in concorso e sono state presentate al festival americano Slamdance mentre durante le proiezioni delle 16 è stata presentata una selezione di corti fuori concorso provenienti dalla USC School of Cinematic Arts, la più importante scuola di cinema al mondo anch’essa partner del festival.
Anche il momento del pranzo è stato pensato in maniera da lasciare un ricordo indelebile del festival e dell’accoglienza romagnola: al ristorante “Come Stai?” di Rimini, partner culinario del festival, è stato organizzato un workshop di pizzeria in cui ognuno ha potuto impastare e farcire la propria pizza e gustarla in compagnia.
Dopodiché si è parlato di Europa, le cui influenze sono parte integrante dell’anima del Nòt Film Fest, specialmente in questa terza edizione; infatti, dei 32 paesi da cui provengono i film, 21 sono paesi europei e tanti i filmmaker che hanno deciso di venire a Santarcangelo per partecipare al festival.
Alle 18 sono stati proiettati alcuni corti europei, tra cui la prima europea The same story (IT) e Osuba (IT), il cui regista Federico Marsicano era presente in sala.
Alle 18.30 il consueto appuntamento con l’attore italiano Luca Guastini, che intrattiene il pubblico con la lettura di alcuni passi tratti dalla sceneggiatura dell’acclamato Parasite, scritto da Bong Joon-Ho e Han Jin Won, vincitore di ben quattro premi Oscar. Quello di oggi sarà l’unico adattamento non nella sua forma primordiale, in lingua coreana, ma shooting script nella sua trasposizione in inglese. Alizè Latini, co-fondatrice del festival, introduce, raccontando qualche curiosità: “Il regista del film selezionato è stato scoperto da “Slamdance”, uno dei nostri partner culturali… E in questi giorni abbiamo la fortuna di avere qui con noi proprio il presidente, Peter Baxter! Ci auguriamo che anche Nòt Film Fest possa lanciare qualche giovane talento!”.