Avete già spacchettato i regali? Già deciso quelli da riciclare, quelli da vendere su eBay, quelli da fotografare e postare sui social alla faccia degli invidiosi?
Soprattutto, avete espresso un silente ringraziamento alla Repubblica popolare cinese (nel senso di fabbriche onniproduttrici e di empori sempre aperti e a prezzi bassi), perché se non ci fosse lei, avremmo trovato sotto l’albero un decimo dei pacchi?
Perché i cinesi si stanno comprando tutto – l’Inter, il Milan, la Peugeot-Citroen nel senso di azienda, mezza Africa e ultimamente il Portogallo – ma il Natale no, quello siamo noi a comprarlo da loro, che teoricamente sarebbero ancora atei e comunisti.
Addobbi, lucine e la stragrande maggioranza dei regali, dai giocattoli ai gadget tecnologici, insomma, praticamente tutto quello che non si mangia, vengono da lì, e sono la quantità e il basso costo a riempire la slitta di Babbo Natale, che ha delocalizzato da mo’, mentre gli elfi lapponi che una volta preparavano i regali oggi possono passare il tempo a farsi i selfie nello spot della Wind.
Sicuramente nel mucchio dei doni avrete trovato e accolto con gratitudine di circostanza i «regali utili», in genere tristissimi capi di vestiario o di intimo scelti da qualche parente irriducibilmente antagonista – ormai a ragionare in termini di utilità e lunga durata si è dei provocatori controcorrente peggio dei vegani, la minoranza più discriminata durante le feste natalizie.
Ma il regalo più utile e più triste, anzi, tanto più utile quanto più triste, a sorpresa, non ci viene dalla zia o dal nonno frugale, bensì dal Ministero dei Trasporti. E’ la campagna «Sulla buona strada», quella degli spot in cui la vittima di un incidente, o meglio, il suo fantasma, rimpiange l’imprudenza che gli è costata la vita: la cintura slacciata, il seggiolino assente, il messaggino della buonanotte inviato durante la guida, le luci della bicicletta spente nel momento sbagliato.
La campana dello spot suona per tutti, perché ognuno di noi indisciplinati riminesi commette tutti i giorni almeno due o tre di quelle sconsideratezze, responsabili della maggior parte degli incidenti mortali.
La prima volta è scioccante, ti tocchi scaramanticamente e inveisci contro i pubblicitari menagramo ingaggiati dal governo Renzi (anch’esso defunto: «Se il premier non avesse personalizzato tanto quel referendum, forse sarei ancora vivo»). Forse è scioccante anche la seconda volta. Ma la terza cominci a pensare che era proprio quello che ci voleva. Non le inutili mini-prediche sui pacchetti di sigarette, ma piccole storie strazianti nella loro apparente serenità, che solo per miracolo non riguardano noi o i nostri figli.
E nemmeno a Natale conviene contare sui miracoli. «Restiamo sulla buona strada» è il miglior augurio possibile, e pazienza se viene da un ministero.
Lia Celi http://www.liaceli.com/