Chi si spaventa quando sente dire
Rivoluzione,
forse non ha capito.
Non è una sassata a una testa di sbirro,
sputare sul poveraccio
che indossa una divisa non sapendo
come mangiare;
non è incendiare il municipio
o le carte al catasto
per andare stupidi in galera
rinforzando il nemico di pretesti.
Il dominio è potere malato
cresci soltanto quando ti maturi
corresponsabile:
la gente non è suolo ma semente.
Quando senza mirare ti agiti
la rivoluzione viene a mancare;
se raggiungi potere e la natura
dei rapporti rimane come prima,
viene tradita.
È conquistata ad ogni istante quando
creature si organizzano
estinguendo ogni zecca.
Danilo Dolci (Sesana, 1924 – Trappeto, 1997)