Quante vie Rimini dedicherà a Don Oreste Benzi?
Durante le celebrazioni per il 50° anniversario dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, il primo cittadino di Rimini, Andrea Gnassi, ha annunciato alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella e ai responsabili dell’Associazione che è intenzione della Giunta intitolare al sacerdote il nuovo piazzale previsto nell’area della stazione ferroviaria. Una proposta che ha trovato consenso e apprezzamento da parte di tutti i presenti.
Ma a febbraio di quest’anno la Commissione Consigliare preposta e la stessa Giunta hanno già provveduto ad intitolare la nuova strada tra via della Fiera e il parco Papa Paolo Giovanni II, quella a servizio del nuovo centro commerciale e residenziale denominato il “Lago”, a Don Oreste Benzi.
Vi è anche stata una solenne dichiarazione dell’assessore Montini:
“E’ proprio nel cinquantesimo anno di vita dell’associazione Papa Giovanni XXIII – ha detto l’assessore alla Toponomastica Anna Montini, che ha portato la proposta all’esame della I Commissione – che abbiamo scelto di onorare una figura che per tutta la sua vita si è spesa a favore dei più deboli ed emarginati, affinché il ricordo della sua opera rimanga ben impresso nella città a poco più di dieci anni dalla sua scomparsa di cui abbiamo celebrato la ricorrenza lo scorso 2 novembre. Don Oreste e Rimini sono inscindibili. E’ vero che l’esempio di don Oreste è universale, mondiale, indiscusso e indiscutibile a livello planetario ma è altrettanto vero che nessuno come lui ha saputo rappresentare e rappresenta un ideale anche per tutti noi che qui abitiamo, tra Torre Pedrera e Miramare, tra la linea del mare e la collina di Covignano. Di Don Oreste voglio sottolineare ancora una volta il concetto di gratuità, dello spendersi senza per forza avere un tornaconto ma avendone comunque un ricavo perché chi migliora i luoghi del nostro passaggio migliora anche la propria esistenza. Ha detto di don Oreste Benzi il Vescovo di Rimini, Monsignor Francesco Lambiasi: In lui il cittadino e il prete non si sono mai né contrastati né sovrapposti, secondo il motto di un suo maestro: “distinguere per unire”. Dedicare una via, uno spazio urbano, un luogo frequentato da famiglie, bambini, donne e uomini, significa proprio andare verso questa direzione di esempio e memoria nel quotidiano”.
Ma forse tutto ciò non è stato ritenuto sufficiente e a una via si pensa di aggiungere una piazza.