E’ morto ieri Carlo Vanzina, regista di grandissimo successo, persona da tutti amata e rispettata. Ma non nascondiamoci dietro un dito: i fratelli Vanzina per una certa sinistra italiana equivalgono ai cinepanettoni e ai famigerati anni ’80 di craxiana memoria. Più in generale, i Vanzina hanno incarnato lo spettacolo, anzi l’avanspettacolo, dalla risata facile e crassa, doppi sensi grevi e parolaccia sempre in agguato. Roba che si può rivalutare solo in via postuma, quando magari non fa più cassa e allora vale una dotta e spiazzante rivalutazione. Come la fu quella di Sordi, o quella di Totò, questa comicità è “di destra” (e infatti Sordi era democristiano, Totò liberale). E’ qualunquista e volgarotta.
Questa sinistra con la puzza sotto al naso poi si deve accorgere che Pasolini vuole proprio Totò. E che nessuno come Sordi sa dar voce a Cerami, per non dire di Fellini, Zampa e Risi. Solo allora apprende che è lecito applaudire senza sensi di colpa quelli che erano innanzi tutto dei grandissimi artisti.
Da qualche anni a questa parte, a Santarcangelo di Romagna personaggi più o meno politici si stracciano le vesti ogni qualvolta al Festival del teatro, grazie al quale il paese è conosciuto nel mondo, va in scena, ohibò, della nudità o qualche altra cosa di pessimo gusto. Si tirano in ballo bambini e famiglie oltre che, naturalmente, “quello che vogliono davvero i santarcangiolesi”. Questi personaggi appartengono a Forza Italia e Lega, il cui punto di riferimento in fatto di intrattenimento (e nel primo caso, non solo) è Mediaset con i varietà “en travesti” di Pingitore, le ragazze fastfood di Drive In e le Veline di Striscia. E le procaci attrici dei film dei Vanzina.
Non nascondiamoci dietro a un dito: mai sentito Lega e/o Forza Italia scandalizzarsi per cinema e tv tette-e-culi, meno che meno se marchiati col biscione. Ma se la nudità e la volgarità provengono da quell’altra parte, allora si rispolverano i braghettoni. Bisogna rubare la scena all’odioso artistume del culturame. E dunque torna sempre buono il copione sbrindellato del Bertoldo scarpa grossa e cervello fino. In sottofondo, non si sa mai, c’è sempre il buon Goebbels: “Appena sento la parola cultura metto mano alla pistola”.
A questi ipocriti di sinistra e di destra, a questa gente che fa del paraocchi un credo politico, della grettezza un vanto e della malafede un metodo, cosa avrebbe detto quel Totò, finalmente riconosciuto a destra come a sinistra per il grande che era?
“Ma mi faccia il piacere…”.