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53 medici non vaccinati sospesi a Rimini, Ordine: “Obbligare anche altre categorie”

In Romagna sono saliti a 219 i sanitari sospesi dalla AUSL perchè non vaccinati; sono 15 medici ospedalieri, 181 nel personale non medico e 23 fra medici di famiglia e operatori in strutture convenzionate.

In provincia di Rimini i sanitari esclusi da funzioni e stipendio sono 137. Di questi, 53 sono medici, circa il 2% del totale, il doppio della media nazionale di quelli che rifiutano il vaccino. Tre i medici di famiglia sospesi, che hanno creato non pochi problemi al momento di essere sostituiti.

“Proprio oggi – fa sapere Maurizio Grossi, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Rimini – AUSLè riuscita a risolvere la situazione a Montescudo-Monte Colombo, dove su tre medici di famiglia ben due dottoresse sono state sospese”. I medici di famiglia sospesi in provincia sono tre in titale. Altrettanti hanno fatto marcia indietro e accettando di vaccinarsi.

“A questo punto – commenta Grossi – ogni opera di convinzione appare inutile, nei confronti di chi oppone argomenti del tutto irrazionali. Purtroppo la copertura vaccinale della popolazione non è sufficiente per metterci al riparo dal rialzo dei casi e a livello governativo sarebbe opportuno considerare l’obblig vaccinale anche per altre categorie oltre a quelle sanitarie. Per esempio tutti i caregiver, chi lavoro nei pubblici servizi e comunque ha intensi contatti con il pubblico, compresi i commercianti”.

 

 

La situazione nelle scuole vede 27 classi romagnole in quarantena. In provincia di Rimini sono 9, mentre sono 53 i nuovi casi di positività fra chi frequenta le scuole.

Nella settimana dal 25 al 31 ottobre in Romagna si sono registrate 903 positività (3,1%) su un totale di 28.908 tamponi.Si registra un aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+68). “Rispetto alle previsioni del Piano aziendale – precisa AUSL Romagna – si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da COVID, che ci pone nel livello verde 2, ossia un livello di occupazione dei posti letto in malattie infettive maggiore del 70%”. In totale sono ricoverati 90 pazienti, di cui 7 in terapia intensiva.

La curva discendente dei casi nel ravennate sta andando a congiungersi con quelle crescenti di Rimini, Forlì e Cesena.

“Anche questa settimana – commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario Ausl Romagna – assistiamo sul territorio della Romagna ad un aumento delle positività. Un dato che conferma ancora una volta di più la necessità di non abbassare la guardia, in termini di misure di prevenzione da mantenere alte”.

Ma l’aspetto che ancora una volta vorrei mettere in evidenza – sottolinea – è l’importanza che la vaccinazione riveste per neutralizzare l’effetto del virus dal punto di vista dei ricoveri ospedalieri, o peggio ancora dalla necessità di finire nelle Terapie Intensive. I dati che pubblichiamo ancora una volta sul bollettino di questa settimana, forniti dal “Rapporto Monitoraggio dell’impatto della campagna di vaccinazione sulle infezioni da Covid-19 in Emilia Romagna, aggiornati al 26 ottobre, evidenziano ancora una volta come anche in Romagna, il rischio di contrarre il virus per i non vaccinati sia di circa 3 volte maggiore rispetto ai vaccinati e 5 volte maggiore di essere ricoverati. Questi dati elaborati e ricavati da analisi di più lungo periodo, descrivono bene nero su bianco di cosa stiamo parlando”.

“Ecco perché l’esortazione continua ad essere la stessa. Non siamo più nella fase in cui mancava il vaccino. Ora i vaccini ci sono e i tempi per effettuarlo veloci. Invitiamo quindi tutti i soggetti, invitati in questa fase alla vaccinazione, a non esitare o attendere. I mesi invernali che ci aspettano sono impegnativi dal punto di vista della circolazione del virus e soprattutto delle condizioni favorevoli per sviluppare l’infezione. Un invito preciso che rivolgo in primo luogo agli operatori sanitari, che hanno toccato direttamente con mano le conseguenze peggiori che il virus comporta”, conclude Altini.

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