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25 febbraio 1996 – Muore Margherita Zoebeli, madre dell’Asilo Svizzero di Rimini

Il 25 febbraio 1996 Rimini piange colei che per tutti è la creatrice dell’Asilo Svizzero, il Ceis.

Margherita Zoebeli nacque a Zurigo il 7 giugno 1912.  Figlia di un fervente socialista, crescendo ne seguì le orme. Ai primi degli anni ’30 fu fra coloro che in Svizzera davano aiuto aiuto alle famiglie operaie tedesche colpite dalla crisi del ’29, organizzando campeggi e doposcuola per i figli degli operai. A partire dal 1933, con la nascita del Soccorso operaio svizzero, l’aiuto si estese alle famiglie ebree che fuggivano dal nazismo.

Nel 1938 Margherita era in Spagna, in piena guerra civile, per dare conforto agli orfani del conflitto di una comunità di Barcellona. Ma con il precipitare degli avvenimenti bellici e i continui bombardamenti dovette fuggire in Francia dopo poche settimane. Non da sola, però, ma conducendo in salvo in una colonia sulla spiaggia di Sète un centinaio di bambini. Negli anni successivi si laureò all’università di Zurigo e seguì dei corsi di approfondimento di pedagogia differenziale curativa. La laurea l’abilitò all’insegnamento nella scuola dell’obbligo, che intraprese nel 1940 portandolo avanti per quattro anni.

zoebeli

Durante la guerra portò soccorso ai partigiani italiani dell’Alta Val d’Ossola. Nell’inverno tra il 1944 e il 1945 la Zoebeli fu inviata a Saint-Etienne per organizzare aiuti ai cittadini francesi di quella regione mineraria, perfezionandosi sul campo come assistente sociale.

Giunta a Rimini nel dicembre del 1945 a capo di una équipe del Soccorso operaio svizzero, accettò la richiesta del sindaco Arturo Clari perché creasse una scuola materna e un centro sociale. Nacque così il Centro Educativo Italo-Svizzero (CEIS), inaugurato simbolicamente il primo maggio 1946.

ceis

Margherita fu per più di trent’anni direttrice del CEIS finché, verso gli inizi degli anni Settanta, fu quasi costretta ad abbandonare il progetto per l’ondata di critiche che la generazione del ’68 le rivolse. Sostenuta, però, dai vecchi anarchici e socialisti che l’avevano appoggiata fin dall’inizio, continuò l’avventura fino circa alla metà degli anni Settanta, quando si sfiorò la chiusura del CEIS. Per evitarlo, la Zoebeli cedette con molto dispiacere la direzione del centro a Gianfranco Iacobucci, pur rimanendone un punto di riferimento fondamentale.

A 64 anni la Zoebeli fu mandata dal Soccorso operaio nel Friuli colpito dal catastrofico terremoto del 1976, per organizzare una scuola materna e seguire l’aggiornamento delle insegnanti.

E poi, a 70 anni, sentì il bisogno di partire per il Nicaragua insieme a degli amici per lavorare ad un progetto di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole speciali di quel paese sconvolto dalla guerra civile e con il governo sandinista assediato dalle forze controrivoluzionarie.

Tornata a Rimini, si prese finalmente un po’ di riposo, fino a quel 25 febbraio in cui si spense nel suo appartamento.

 

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