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È di nuovo guerra degli aeroporti, Maggioli fa infuriare i forlivesi

“Aeroporti? Bastano Bologna e Rimini”. Le affermazioni del presidente del riminese Paolo Maggioli, presidente di Confindustria Romagna, hanno mandato i forlivesi su tutte le furie. E hanno anche scavato un solco fra le due associazioni romagnole degli industriali , quella di Rimini e Ravenna guidata da Maggioli e quella di Forlì-Cesenaallontanando fra l’altro anche l’ipotesi di una loro fusione.

Il primo a reagire alle parole di Maggioli è stato Mario Peruzzini, presidente del “Comitato di sostegno e sviluppo aeroporto Forlì”: “Riaffiorano questioni e personaggi in cerca di consensi localizzati, con sconcertanti considerazioni, prive di qualsiasi fondamento, che vogliono negare a Forlì il diritto di esistere e valorizzare un’infrastruttura dove sono stati investiti milioni di euro. A Confindustria Romagna lo sanno che l’aereo come mezzo di trasporto, sia di persone che merci, continua a crescere oltre ogni previsione? Lo sanno che l’ENAC nel bilancio 2015 prevedeva nei successivi 20 anni il raddoppio del traffico aeroportuale, da 150 milioni a 300 e che nei due trascorsi le percentuali sono superiori alle stime?”

“Lo sanno– prosegue Peruzzini –  che Bologna ha chiuso il 2016 con 7.680.992 passeggeri +11,5%, movimentazioni di aerei +8% e merci +21,4%? Lo sanno che nel 2015 SAB affermava che le infrastrutture consentono una capacità massima di 7,5 milioni di passeggeri nel suo bilancio di sostenibilità e che quest’anno Bologna supererà d molto gli 8 milioni di passeggeri?”.

Secondo Peruzzini il raddoppio del traffico allo scalo di Bologna è pura utopia: “Dove li mette il Marconi 13 milioni di passeggeri? Perché si continua a negare l’evidenza? A Confindustria Romagna lo sanno che o si crea un sistema regionale con tutti gli aeroporti (Bologna, Rimini, Forlì e Parma) o si decide di rinunciare volontariamente nei prossimi anni a sviluppare turismo, attività culturali, produttive e commerciali (tradotto per chi non comprende: lavoro). Milioni di passeggeri andranno altrove mentre in Emilia Romagna, soprattutto in Romagna, si continua a fare una guerra dei campanili”.

“D’altronde – conclude il presidente del comitato – gli aeroporti di Forlì, Rimini e Parma quanti passeggeri potranno mai sostenere? Anche nelle più rosee previsioni hanno dei limiti strutturali, quindi ci sarà da lavorare per tutti. A Confindustria Romagna lo sanno che, prima di chiudere, Aeradria aveva avuto da ENAC la disposizione di non superare i 700.000 passeggeri per macroscopiche carenze delle infrastrutture? Una visione miope, non scoordinata ed autolesionista della politica regionale per le infrastrutture aeroportuali già attrezzate, anche se all’aeroporto di Parma sono stati regalati 12 milioni di euro. Perché in Emilia Romagna non si riesce a fare sistema come in Puglia, Veneto, Toscana? Perché chi ha interessi a Rimini vuole boicottare il resto della Romagna? Bologna e Rimini da soli dove vanno? I dati e le statistiche fornite anche dall’Associazione Albergatori di Ravenna parlano chiaro, negare anche questa evidenza vuol dire essere degli sconsiderati”.

Ma è fra gli stessi industriali che si è creata la frattura più evidente. A Unindustria FC si dicono “sconcertati e perplessi”. E diffondono questa nota: “La territoriale di Forlì-Cesena prende purtroppo atto della scarsa conoscenza dei fatti su cui si basano queste affermazioni. Un’infrastruttura come un aeroporto non esaurisce la propria importanza nella domanda di trasporto di passeggeri e merci, ma è un elemento cardine per la crescita e la competitività di tutto un territorio. La presenza stessa di infrastrutture aeroportuali produce valore in termini di occupazione, reddito e valore aggiunto ed è in grado di influire positivamente sull’intero sistema economico. Gli aeroporti vanno messi in connessione con le altre infrastrutture presenti, come, ad esempio, le stazioni e il sistema viario. Bisogna lavorare affinché tutti i collegamenti siano maggiormente rafforzati, portando i clienti anche nell’entroterra e nei piccoli centri dove sono collocate le imprese. Si deve creare  un’economia intorno agli aeroporti, che non devono essere concepiti solo come scalo passeggeri o merci, ma devono essere visti come centri della vita economica e della cultura dei luoghi”.

“Anche il Ministro Graziano Del Rio, nei giorni scorsi – ricordano gli industriali di Forlì e Cesena – ha condiviso l’iniziativa dei privati per un rilancio dello scalo forlivese, e stupisce che il Presidente Maggioli pretenda di avere più conoscenze del Ministro o degli imprenditori interessati. Rammentiamo tutti che l’esperienza di Rimini portò al fallimento di Aeradria, mentre oggi AiRiminum sta cercando di rilanciare quella struttura e anche noi auspichiamo che possa riuscirci al meglio. Considerare l’aeroporto di Rimini sufficiente per le esigenze della Romagna suggerisce che la posizione assunta da Paolo Maggioli sia più che altro riconducibile ad atteggiamenti partigiani a favore di Rimini, piuttosto che fondati su osservazioni riflessive. Se seguissimo la stessa logica, potremmo asserire che il porto di Rimini è superfluo essendo vicino a quello di Ravenna. Le affermazioni di Paolo Maggioli appaiono ancora più inadeguate considerando che molti imprenditori di Ravenna, Forlì e Cesena si sono espressi anche pubblicamente in favore dell’aeroporto di Forlì e ciò pone il dubbio che il Presidente di “Romagna” non li rappresenti. Proponendosi di parlare a nome di una associazione di rappresentanza bisognerebbe lasciare da parte gli interessi particolari e rivolgere i propri sforzi verso ciò che favorisce l’imprenditorialità, non agitare miopi visioni campanilistiche. Auspichiamo che tutti coloro che intendono coinvolgersi nell’aeroporto di Forlì possano fare le scelte giuste per ricreare un’importante infrastruttura per tutta la Romagna”.

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