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Ex Ghigi, il sindaco di Morciano agli arresti domiciliari

La Guarda di Finanza del Comando provinciale di Rimini si è presentata di prima mattina a casa di Claudio Battazza, sindaco di Morciano, per consegnargli un provvedimento di arresti domiciliari. I finanzieri si sono poi recati negli uffici del Comune per acquisire atti e documentazione.

La Procura della Repubblica di Rimini ha disposto il provvedimento al termine di un’indagine della stessa Guardia di Finanza, a seguito di un esposto di un comitato di commercianti di Morciano. Secondo il comitato, esisteva poca trasparenza nei rapporti fra l’amministrazione comunale e la società che aveva ottenuto le autorizzazioni per la riqualificazione dell’area dell’Ex pastificio Ghigi.

Al centro delle contestazioni è un contratto di sponsorizzazione, con la presenza del logo della società sulle brochure della “Fiera di San Gregorio” per un ammontare complessivo di 396.000 euro, negli anni 2011, 2012 e 2013. Secondo l’accusa, quel contratto è un falso. Anzi, fumo negli occhi di chi era contrario alla costruzione del nuovo centro commerciale là dove sorgeva il pastificio Ghigi.

Questo denaro non sarebbe arrivato mai, come risulterebbe dalle intercettazioni, pur risultando nel bilancio comunale come “residuo attivo”.

In tal modo il Comune ha potuto aggirare il vincolo di spesa in proporzione alle entrate eludendo la norma specifica del “Patto di Stabilità” in violazione dei principi contabili di veridicità e di pareggio finanziario prescritto dal Testo Unico degli Enti Locali. Condotte qualificate, dal punto di vista giuridico, “come – si legge nella nota della GdF – indebitamente persuasive ed induttive a sottoscrivere il falso contratto di sponsorizzazione posta in essere dagli amministratori locali nei confronti del privato che ha aderito perseguendo il “miraggio” di sconti e vantaggi nelle pratiche edilizie in corso confidando nel fatto che nulla sarebbe stato preteso dal Comune o che il debito sarebbe stato compensato con riduzioni nel calcolo degli oneri di costruzione per l’approvato progetto edilizio”.

Progetto poi approvato, ma senza i vantaggi che sarebbero stati promessi, anche perché l’iter amministrativo si era arenato.

All’esito delle indagini sono state denunciate per i reati di indebita induzione a dare e promettere utilità, il sindaco ed altri due pubblici ufficiali. Gli stessi dovranno anche rispondere del reato di falso unitamente ad altri sette pubblici ufficiali.

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