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Warhol&Friends: quegli irripetibili anni 80 fra eccessi e business

Per queste ultime settimane di giugno Chiamamicitta.it consiglia la mostra Warhol&Friends. New York negli anni ’80 presso Palazzo Albergati a Bologna, inizialmente pensata per il periodo 29 settembre 2018 – 24 febbraio 2019 e poi prorogata, dato l’afflusso di pubblico, fino al 30 giugno 2019.

Andy Warhol (Duane Michals, 1972)

Potrete rivivere gli ormai iconici anni Ottanta (ambientazione sempre più frequentata dal mondo della serialità e della musica) tra storie di eccessi trasgressione e mondanità, con i protagonisti del clima artistico di un’elettrizzante New York come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel e Jeff Koons, rappresentati lungo il percorso espositivo da circa 150 opere.

Andy Warhol: Marylin, 1967

Gli anni ‘80 si aprono con l’elezione dell’ex attore Ronald Reagan a Presidente degli Stati Uniti; l’economia si trasforma in finanza e si accumulano ricchezze inimmaginabili; John Lennon muore ucciso sotto casa l’8 dicembre 1980; la borsa di New York crolla e anche il Muro di Berlino; i fatti di piazza Tienanmen, l’invenzione del www e il dilagare dell’Aids negli USA.

Andy Warhol: Mao, 1973

Nel 1980 The Times Square Show è la prima mostra sulla generazione di graffitisti, anarchica nello spirito ed estremamente provocatoria. Non solo Haring e Basquiat, con loro decine di artisti di strada e pittori di valore come Kenny Scharf, Donald Baechler e James Brown. Oltre la pittura, Jeff Koons rappresenta il perfetto trait d’union tra arte ed economia: dopo l’esperienza come broker a Wall Street, Koons riflette sugli status symbol della nascente classe dirigente americana analizzandone impietosamente l’aspetto più kitsch e volgare.

Andy Warhol: Brillo Soap Pads Box, 1964

E poi il ticinese Edo Bertoglio, fotografo e autore del film documentario Downtown 81 interpretato da Basquiat, l’artista francese Maripol che realizza l’artwork per l’album Like a Virgin di Madonna, Nan Goldin con i suoi racconti di vita quotidiana. La pittura neoespressionista trova spazio nelle grandi gallerie di SoHo e si relaziona alle esperienze della Transavanguardia italiana con Francesco Clemente e Sandro Chia.

Andy Warhol: Duty Free, 1982

Julian Schnabel, David Salle, Robert Longo formano la triade di superstar della pittura americana, che negli anni ‘90 si misurerà anche con il cinema.

Edo Bertoglio: Basquiat’s Head, 1980

In mostra con 36 opere e 38 polaroid, Andy Warhol è il vero protagonista dell’esposizione – immortalato da un giovanissimo Oliviero Toscani: dopo essere stato vittima nel 1968 di un terribile attentato, proprio all’inizio degli anni ‘80 torna al centro del panorama artistico di New York realizzando alcuni tra i suoi cicli più interessanti presenti in mostra come Shoes, Hammer & Sickle, Camouflage, Lenin, Joseph Beuys, Vesuvius, Knives. Tra pubblicità, commercio, beni di consumo – dai Duty Free ai Levi’s Jeans – il nuovo Andy guarda ancor di più al mondo della comunicazione e dei media, avvicinandosi così alla nuova generazione di giovani artisti degli anni ’80 che in lui hanno visto un anticipatore, un vero e proprio guru.

Timothy Greenfield-Sanders: Andy Warhol, 1977

Trasformando in arte i feticci dell’immaginario collettivo americano e anticipando l’instaurarsi del potere dei mass media, Warhol rese icone i personaggi dello star system e i simboli del consumismo: fra gli altri Liza Minelli, Gianni Agnelli, Marilyn Monroe e Mao accanto a Campbell’s Soup, Brillo Boxes e il Dollaro, tutti presenti in mostra a Bologna.

Edoardo Bassetti

(nell’immagine in apertura, Andy Warhol: Superman, 1982 – 1985)

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