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‘Ho visto Nina volare’ al CorTe di Coriano: “Uomini e donne assieme contro la violenza e per la bellezza”

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, al CorTe di Coriano, oggi 8 Marzo (inizio ore 21), andrà in scena ‘Ho visto Nina volare.’ Nato da un’idea delle cantautrici riminesi Elena Sanchi e Laura Benvenuti, l’evento vedrà la partecipazione di un nutrito gruppo di artiste, coordinate dalla regista Rossella Romagnoli, unite dal desiderio comune di accrescere la consapevolezza verso le tematiche di genere e sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne. Dall’omonima canzone di Fabrizio De Andrè prenderà vita una serata in cui forme artistiche differenti offriranno all’animo femminile l’opportunità di liberarsi e prendere il volo. Una rappresentazione fatta dalle donne e rivolta alle donne ma anche agli uomini come ci spiega Elena Sanchi.

Che cosa rappresenta la giornata dell’8 marzo per lei?

«L’8 Marzo non rappresenta per me solo l’occasione per ricordare le conquiste sociali, culturali e politiche della donna, ma anche e soprattutto per cantare la sua forza, la sua natura di creatura libera e coraggiosa».

Secondo lei, le donne hanno ancora bisogno di affermare il proprio posto nel mondo e nella società?

«Penso che ogni essere umano senta dentro di sé il bisogno profondo di esprimersi, di sentirsi parte di questo universo, di affermarsi e di trovare il proprio posto nel mondo, perché è questo il senso della nostra vita e del nostro viaggio, senza distinzione di alcun genere.
Per le donne in particolare, spesso non è facile conciliare le proprie ambizioni professionali con i ruoli di madre e moglie o compagna e questo fatto rende necessario un impegno continuo congiunto a livello di politica, società, aziende e individui.
Occorrono più leggi che favoriscano la conciliazione tra lavoro e genitorialità, sia per le donne sia per gli uomini, asili e strutture per l’infanzia con orari più flessibili e con costi più accessibili ed anche un approccio delle aziende che faciliti la vita dei genitori con forme di lavoro più agili. Gli uomini devono condividere il lavoro con le donne, non ‘aiutarle’, è una questione culturale e sociale».

Cosa vuol dire essere donna oggi?

«Nel 2018 essere donna dovrebbe significare poter essere una persona libera di esprimere e affermare la propria interiorità senza distinzioni né restrizioni derivanti da retaggi culturali secondo cui la donna deve sottostare al potere di un uomo. Ma, purtroppo, non è così e la sfida è sempre più grande.  La donna però sta crescendo molto, sta acquistando sempre più stima e consapevolezza del suo valore, più fiducia nelle sue capacità e ispirazioni ed è più lontana dal desiderio di dover essere bella, brava, buona e intelligente per compiacere agli altri.
Essere donna oggi è quindi una grande avventura: è sapersi guardare allo specchio e sentirsi libera di essere se stessa percependo e facendo emergere quell’energia tutta femminile capace di accogliere, abbracciare, cullare e curare anche il diverso».

Nel 2018 accadono ancora episodi di violenza sulle donne, femminicidi, e molestie, comprese quelle perpetrate nel mondo del cinema e dello spettacolo. Chi ha più potere nella nostra società: le donne o gli uomini?

«Il fenomeno della violenza sulle donne è antico e non ha confini geografici, né discriminanti religiose o ideologiche. Ci sono paesi in cui la cultura maschilista assume una brutalità estrema, altri paesi in cui assume connotazioni più sfumate, ma comunque diffuse.
Tutte le forme di violenza nascono da una forte paura e quella degli uomini sulle donne è scaturita dall’angoscia della solitudine, dalla mancanza di stima e fiducia in se stessi, dall’inquietudine di essere abbandonati ed anche dal bisogno di potere e di controllo sull’altro, perché ci si sente in qualche modo deboli e inferiori.
Se penso agli episodi accaduti vicino a noi a Rimini la scorsa estate, a Gessica Notaro, Lucia Annibali, alle ultime denunce nel mondo del cinema e dello spettacolo, solo per citarne alcune purtroppo, sono tutte punte di questo stesso iceberg.
La violenza nasce dalla violenza e crea violenza: l’unica risposta efficace per combatterla e contrastarla passa attraverso la bellezza che nasce grazie ai libri, all’arte, all’analisi e alla riflessione da compiere insieme, uomini e donne».

Mi parli del vostro spettacolo “Ho visto Nina volare”. Il pubblico sarà composto solamente da donne?

«Speriamo proprio di no, anzi, ci auguriamo ci siano tanti uomini insieme a tante donne perché l’obiettivo del nostro lavoro è sicuramente diverso dal costruire muri! Vogliamo ponti di dialogo che ci permettano di costruire insieme un mondo meno violento e più consapevole del fatto che il bene di tutti è la vera felicità di ognuno di noi. È un messaggio d’avanguardia! Quella che andremo a rappresentare l’8 marzo, al Teatro Corte di Coriano, non è una donna che si oppone all’uomo rivendicando la propria emancipazione ma è una ‘Nina’ che nasce, muore, si trasforma e rinasce dalle sue ceneri facendo emergere dal basso quell’energia femminile capace di unire le diversità in un unico caldo abbraccio. Sarà un vero e proprio rito magico. Quando le donne si mettono insieme, la loro opera tocca dimensioni più profonde che va a rompere meccanismi maschili di potere, giudizio e controllo. Ed è lì che avviene il cambiamento. I limiti ci sono solo se vogliamo che i limiti ci siano! Solo l’Arte salverà questo mondo e per Arte intendo anche la Bellezza della Natura e della Storia. La Bellezza aiuta, perché predispone l’anima a pensieri nobili e alla ricerca di una felicità che non sta nel possedere delle cose ma nel poter essere ciò che si è davvero. Vi aspettiamo numerosi per prendere parte insieme a noi a questa magia».

Nicola Luccarelli

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