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A Viserba scoppia il caso Iat

L’ordine è arrivato perentorio, come sempre oserei dire: Martedi veniamo con la dirigente a vedere la palazzina Iat di Viserba, quindi deve essere tutto sgombro, perché serve il nuovo presidio della guardia medica.

Poco importa se è quello che si richiede di smantellare con urgenza è già un presidio culturale di Viserba ma soprattutto di Rimini Nord. Importa ancora meno che sia anche il magazzino del comitato di Viserba. L’ordine è chiaro: fuori tutti, altrimenti siete i responsabili della mancanza di supporto della guardia medica.

Il copione è sempre quello: addossare la responsabilità e metterti di fronte ad una scelta inevitabile. Ci hanno provato tre anni fa a Viserbella, quando il museo E’Scaion era stato identificato come sede per alcune classi delle scuole elementari. Allora ci dissero che se servivano i locali li dovevamo dare, poco importava se il museo aveva 18 anni di attività sul territorio, non vorrai mica metterti contro l’istruzione dei bambini! Ci siamo incazzati e abbiamo resistito, costringendoli a trovare una soluzione alternativa.

Quello che stupisce oggi invece non è tanto l’arroganza della burocrazia, quanto il servilismo di chi sta sul territorio e dovrebbe raccogliere le istanze dei cittadini, lottare per loro e invece esegue senza battere ciglio. Di sabato mattina abbiamo svuotato le due stanze piene di cultura e memoria, perché Martedi viene tutto lo stato maggiore della burocrazia a vedere. Ci siamo piegati questa volta, troppo veloce l’offensiva e troppo fiacca la resistenza di chi avrebbe titolo e autorità per contrastare. Ma non preoccupatevi, abbiamo solo ripiegato per riunire le idee e i pensieri, perché quelli ancora non possono toccarli.

Stefano Benaglia

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