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A Viserba è scomparso il mare

Lo studio dei cosiddetti “marosi” è fondamentale per acquisire conoscenze che ti permettono poi di indicare le soluzioni a breve-medio-lungo termine che si ritengono più confacenti alla risoluzione dei problemi legati all’ erosione (e/o all’accumulo di sabbia) dell’ arenile. Allo stesso tempo è complementare lo studio della morfologia del territorio per diversificare le soluzioni da adottare in quanto la fascia costiera si presenta con dinamiche diverse a sud e a nord della “palata” riminese.

La “costa” sud riminese, da un po’ di anni a questa parte, vede costanti accumuli di arenile, tant’è che per i cosiddetti ripascimenti in zone di maggiore erosione (Riccione e Misano) i prelievi vengono effettuati proprio in quelle zone di maggiore accrescimento e allungamento di spiaggia senza danni per nessuno.

Diverso discorso per la zona a Nord del porto, storicamente soggetta a maggiori erosioni e protetta con le “barriere frangiflutti”, da tutti conosciute come “scogliere”. L’ andamento e le conseguenze dei cambiamenti sono studiati in un arco di tempo che oscilla dai 10 ai 15 anni, perché i benefici (o i problemi ) di determinati mutamenti dei marosi non si possono collegare ad una mareggiata “eccezionale” o ad un inverno più o meno mite. E’ da quando è stata allungata la “palata” riminese che nella zona Nord si sono adottate varie soluzioni (prime le dighe perpendicolari, poi le scogliere a macchia di leopardo, poi lo spostamento verso il largo, poi il rafforzamento delle “conoidi” e il restringimento dei varchi) che contemperavano l’ esigenza di contenere l’ erosione e la protezione della costa, con quelle della balneazione, in quanto un rafforzamento “importante” delle scogliere comportava (come di fatto è accaduto) un impedimento alla circolazione dell’acqua con l’emergere di fenomeni melmosi brutti da vedersi e disgustosi da “sentirsi” .

Dopo una serie di accorgimenti (abbassamento delle scogliere, allargamento dei varchi) si è “tamponata” una prima emergenza per ovviare ad una situazione non più sostenibile, in quanto per fare un bagno era necessario andare (come diciamo noi a Viserba) al di “là degli scogli”, cosa piacevole per un adulto, ma impossibile per i bambini e per quelle famiglie che sceglievano la “villeggiatura” a nord anche perché i bagni si potevano fare, appunto, in totale “sicurezza”, al “di qua delle scogliere”.

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Come si può bene vedere, anche l’ andamento nord della costa, presenta ( come a sud) un costante allungamento dell’arenile verso “la linea di battigia”, che, se non pone problemi da Rimini verso Riccione, li pone ineludibilmente da Rimini verso Bellaria, perchèé inevitabilmente si restringe la fascia di balneazione trovando essa un limite invalicabile nelle “scogliere” e si rischia la situazione presente in alcune località (Rivabella, per esempio ) dove ormai le scogliere sono “insabbiate” e per la balneazione rimangono solo degli specchi d’acqua ridottissime.

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Il Comune di Rimini ha già una buona base di rilevazione “dell’ andamento dei marosi “ in quanto è stato conferito negli anni scorsi un incarico al Prof. Ing. Alessandro Mancinelli di Ancona per un monitoraggio del fenomeno dell’ erosione a Nord dovuto alla costruzione della Darsena di San Giuliano ed allo stesso tempo si può anche avvalere degli studi e delle rilevazioni del Geologo Faina, necessari all’epoca per l’abbassamento di due scogliere nei pressi del porticciolo di Viserba.

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E’ assolutamente necessario che si cominci ad affrontare il problema, pensando seriamente ad una soluzione che possa anche essere l’allontanamento delle scogliere di minimo cento metri verso il largo, in modo che già da quest’anno si possano approntare le necessarie variazioni di bilancio (andando anche a reperire fondi regionali e/o europei, perché l’ amministrazione comunale non è in grado da sola di sostenere lo sforzo economico) per mettere mano, dopo l’ estate con una programmazione anche in più annualità, ad una situazione che comincia ad essere seriamente preoccupante per Rimini Nord.

Ritengo che chi rappresenta il consiglio comunale in questa parte del territorio debba iniziare a portare sul tavolo della politica (in contraddittorio con i cittadini, le associazioni di categoria, gli imprenditori del settore turistico-balneare) questo problema.

Roberto Biagini

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