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Violenza sulle donne, Regione: “Vittime non sono sole in questo momento”

In questo periodo di emergenza sanitaria legata al Coronavirus, l’isolamento e la convivenza forzata possono diventare un serio pericolo per tutte le donne e i figli o le figlie che vivono in una situazione di violenza domestica.

I maltrattamenti sulle donne, in questa delicata situazione di lockdown, rischiano infatti di aumentare e rimanere sottaciuti.

“Come donne impegnate nelle Istituzione dirette a promuovere la parità lanciamo una campagna di sensibilizzazione alla non violenza di genere, per far sì che le vittime non siano riluttanti a sporgere denuncia per paura di dover abbandonare la propria casa ed essere dunque esposte al contagio”, spiegano la Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Emma Petitti, e la Consigliera di Parità, Sonia Alvisi.

“È apprezzabile, a nostro avviso, la sentenza del tribunale di Trento dove si chiede che “siano i maschi maltrattanti a lasciare le abitazioni” ed è degna di nota la circolare della Ministero dell’Interno del 27 marzo 2020, nella quale è prevista l’individuazione della “casa di emergenza” a favore di donne vittime di violenza, da farsi di concerto tra i Prefetti e gli Enti Locali. E’ un messaggio di allarme e di speranza, al quale aggrapparsi per restituire valore primario alla propria vita, per darsi una nuova possibilità, una via d’uscita dal tunnel degli abusi e della violenza”.

“Crediamo importante che anche in Regione Emilia-Romagna si adotti un provvedimento simile a quello della Procura di Trento, al fine di rimuovere uno dei possibili ostacoli che impediscono alle donne di denunciare l’aggressore. La Procura di Trento ha già emanato un provvedimento che sollecita a dare attuazione a quanto previsto dal nostro ordinamento, nel quale si prevede l’allontanamento da casa dei maltrattanti e non più delle donne e dei bambini. La legge 154/2001 ha precisato condizioni e criteri di applicazione di questo istituto, che la norma identifica come “ordine di protezione”. Naturalmente l’allontanamento dalla casa del maltrattante è solo una delle ipotesi di intervento, non l’unica. I percorsi di fuoriuscita dalla violenza sono diversi e sempre decisi insieme alla persona che si rivolge ai Centri Antiviolenza. Ogni caso è unico e a sé stante”.

“Insieme all’Assessora regionale alle Pari opportunità Barbara Lori siamo inoltre al lavoro per attivare dei finanziamenti per garantire i presidi territoriali e per individuare delle “case di emergenza” secondo quanto indicato nella circolare della Lamorgese per accogliere le vittime e garantire loro la massima vicinanza anche in questo delicato momento dettato da molte restrizioni”.

“Le donne non devono sentirsi sole, devono sapere che c’è sempre qualcuno a cui chiedere aiuto rivolgendosi telefonicamente al 1522 o scaricando l’app della Polizia di Stato “YOU POL”, scaricabile su tutti gli smartphone e tablet per i sistemi operativi IOS e Android. Grazie a quest’ultima è possibile inviare immagini o segnalazioni scritte direttamente alla sala operativa della Questura o chattare direttamente con un’operatrice attiva 24 ore su 24. È anche possibile fare segnalazioni in forma anonima. Insieme ce la faremo”, concludono.

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