“Quadro agghiacciante e ricco di dettagli raccapriccianti“: così i Carabinieri del comando provinciale di Rimini nel descrivere quanto hanno trovato nella casa-famiglia per anziani “Villa Franca”, a Rimini nei pressi di via della Fiera quando hanno fatto irruzione il 6 dicembre scorso.
L’indagine nasce da una denuncia di un dipendente che, stanca dei soprusi cui ogni giorno era costretta ad assistere, nel giugno scorso si era licenziata per poi rivolgersi ai Carabinieri. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, hanno utilizzato attrezzature tecnologiche per filmare ed intercettare ciò che succedeva nella struttura. La figura chiave della vicenda è Benito Rosa un 78enne originario di Chieti e già noto alle forze dell’ordine, che, pur in condizioni di salute precarie, era di fatto il responsabile. Era lui, che figurava come ospite della struttura, ad intrattenere i rapporti con il presidente della cooperativa che gestiva il centro. Ed era lui che divideva i pasti degli ospiti per fornire meno cibo e farlo bastare ad altre persone. E quando la scorsa estate un’ospite 87enne era morta per cause naturali, lo si sente nelle registrazioni dispiacersi non tanto per il decesso della donna, ma per la perdita della retta.
Per il PM Davide Ercolani le indagini sono chiuse. Non è necessaria neanche l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio. Si può procedere direttamente al giudizio immediato per tutti i cinque imputati. Oltre a Rosa Benito (agli arresti domiciliari) sono a processo le operatrici socio-sanitarie Jessenia Lissette Quispe Soto, 38 anni, peruviana, Maia Kavaviashvili, 51enne georgiana ed una 31enne di origine rumena.