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“I vicini scomodi” a Villa Mussolini. La tragedia dei vicini di casa del Duce

Un evento capace di raccontare le tante sfaccettature della storia è previsto per il 21 gennaio alle ore 15.30 a Villa Mussolini a Riccione: l’ex residenza estiva del Duce ospiterà infatti l’imprenditore e scrittore faentino Roberto Matatia, che – a quattro anni dalla prima edizione – presenterà il suo libro “I vicini scomodi”, ambientato in parte proprio a Riccione, e discuterà di Shoah, antifascismo e di fascismo ai giorni nostri.

Il libro di Matatia, racconta la storia di un suo prozio Nissim, padre di tre figli ed ebreo greco originario di Corfù – ed era un pellicciaio molto noto a Forlì e dintorni: lì possedeva in Piazza Saffi il suo negozio; prima delle Leggi Razziali e dello scoppio della Guerra, i guadagni erano cospicui, e così la famiglia Matatia – che conduceva una vita mediamente agiata – acquistò una piccola villetta in centro a Riccione, che ancora oggi molti veterani del luogo conoscono come “Villa Matatia”.

La piccola casa in mattoni rossi era attigua proprio a Villa Mussolini (che prima dell’acquisto da parte di Donna Rachele si chiamava Villa Margherita), residenza estiva del duce e quartier generale estivo dei gerarchi.

Dopo anni di rapporti pressochè distesi, la storia ha fatto il suo corso e – con l’avvento delle Leggi Razziali – non era più possibile per il Duce avere un vicino di casa ebreo, e così i Matatia vennero espropriati della villa.

Furono anni difficili per i Matatia, fatti di umiliazioni, persecuzioni e incontri clandestini e sporadici per evitare i nazifascisti, che purtroppo la ebbero vinta su di loro: il loro ultimo viaggio partì dal Binario 21 della stazione centrale di Milano diretto ad Auschwitz; e non è necessario dire come la storia finì: dei Matatia di Forlì non è restato più niente, se non il ricordo, la memoria sempre viva e – in questo caso – la possibilità di venire riscattati dalle generazioni successive dall’ondata di odio che i fascisti avevano seminato intorno a loro, togliendo loro dignità e beni materiali (tra cui appunto la villa di Riccione) solo per il mero fatto di essere nati ebrei.

Nella foto: nella copertina del libro sono raffigurati Camelia (figlia di Nissim e secondo soggetto della narrazione), un amico di famiglia e Nino, fratello di Camelia, in bici a Riccione.

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