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Il Vescovo Lambiasi bacchetta sui nomadi e prostituzione: “Sanzionare clienti”

Il Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi nel tradizionale intervento in occasione della festa del patrono di Rimini e della diocesi affronta tutti i temi di forte attualità.

Un discorso nel segno di Don Oreste Benzi a 10 anni dalla sua morte. E nel ricordo di Don Oreste affronta i temi a lui cari e che hanno segnato la sua vita: i nomadi, le prostitute, gli immgrati. Tre temi di grande attualità che il Vescovo Lambiasi affronta con molta franchezza.

Nomadi.
Un forte richiamo all’amministrazione comunale ed alla politica per risolvere il problema del campo di via Islanda:
Ricordando la frequentazione di Don Oreste con i nomadi Monsignore Lambiasi si è chiesto:” ma il campo di via Islanda è ancora là. Io sono andato a visitarlo: è uno scandalo insopportabile che degli esseri umani debbano vivere da bestie selvagge. Cosa possiamo fare perché questo dramma si possa risolvere? Anziché continuare a litigare, non potremmo cominciare dal conoscerci più da vicino? Non riusciremmo così ad avere qualche muro in meno, a costruire qualche ponte in più per cominciare finalmente a dialogare? Diciamo insieme: No alla guerra tra poveri! Siamo fratelli, o no?”

Prostituzione.
“Da qualche tempo anche a Rimini si va registrando una inversione di tendenza che mostra di voler affrontare la piaga vergognosa della prostituzione per il verso giusto, secondo il cosiddetto “modello nordico”. Finalmente anche da noi, grazie alla collaborazione dell’Amministrazione comunale, della Magistratura e delle Forze dell’ordine, e con il contributo importante delle associazioni per la tutela delle vittime di tratta, si è cominciato a sanzionare il cliente, di fatto protagonista nella catena di sfruttamento, e non le donne che, se arrivano sulla strada, sono già state oggetto di compravendita, di soprusi e umiliazioni”

Migranti
La positiva esperienza, condotta in questi anni, del modello “accoglienza diffusa”, in strutture piccole o di medie dimensioni – anche se non facile e comunque bisognosa di opportuni adattamenti e di ulteriori sviluppi – sembra possa essere vista come la più adeguata e in grado di garantire non solo l’attuazione delle misure previste per la prima emergenza, ma soprattutto, un positivo percorso di integrazione sul territorio ospitante, evitando il serio rischio di situazioni di sovraffollamento, ghettizzazione, marginalizzazione.

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