Il ponte di Verucchio sul Marecchia resta, niente alternative come un prefabbricato militare di tipo Bailey o addirittura un guado nell’alveo del fiume. E niente nuovo ponte. E’ quanto emerso dopo l’incontro di questa oggi 30 dicembre sulla situazione del ponte Verucchio, cui hanno partecipato il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l’assessore regionale alla Protezione civile Paola Gazzolo, il presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi, i sindaci dei Comuni coinvolti e tutti i tecnici impegnati nelle verifiche e nei progetti concernenti il ponte.
Preceduto da un sopralluogo sul ponte, nell’incontro si è proceduto innanzitutto a fare il punto sulle dinamiche che hanno portato alla chiusura del ponte, finalizzate alla tutela della sicurezza dei cittadini. Sono stati quindi individuati puntualmente e pianificati tutti gli interventi necessari per ripristinare la piena efficienza strutturale definitiva del ponte, nonché quelli provvisori in emergenza, escludendo soluzioni alternative al ponte stesso. Al termine dell’incontro si è stabilito anche di procedere alla istituzione di un tavolo sulle problematiche legate alla viabilità e alla mobilità.
“Ho ricevuto dal presidente Bonaccini – dichiara il presidente della Provincia Riziero Santi – la massima disponibilità della Regione nel supporto tecnico e finanziario per il ripristino definitivo della struttura, compresa anche una valutazione degli sgravi alle imprese colpite da danno economico. Entro 48 ore conto di poter comunicare tempi e modalità di riapertura del ponte”.
I problemi del ponte di Verucchio, hanno spiegato i tecnici, nascono principalmente da due cause che sono andate a sommarsi. La prima è un movimento tettonico, noto da sempre, del versante di Verucchio che si va avvicinando a quello di Torriana. Uno spostamento che va da sempre a comprimere il ponte, ma che non avrebbe provocato problemi se nel frattempo le alluvioni e l’erosione non avessero scalzato parte delle basi dei piloni, uno in particolare. Situazione che si è aggravata con il crollo della briglia a valle del ponte nel maggio scorso.
In attesa del ripristino di quella briglia, previsito entro l’estate e per il quale p stato stanziato un milione di euro, alcuni interventi sono già in atto, altri sono al vaglio dei tecnici. E’ la 50% la realizzazione di una soglia nel greto del fiume che dovrebbe favorire il ripascimento naturale dei piloni dove scalzati. Inoltre massi cicplici andranno a proteggere sempre le basi dei piloni. Mentre è allo studio un intervento che mitighi la pressione del movimento tettonico che preme sul ponte.
Il presidente Santi si è preso 48 ore per annunciare la data di riapertura del ponte, almeno a senso unico alternato e non per i mezzi pesanti. Si potrebbe trattare al massimo di una decina di giorni se gli interventi d’urgenza fossero ritenuti sufficientemente sicuri, altrimenti i tempi si allungherebbero. Ma che il ponte potrà restare quello, senza sostituzioni o ricostruzioni, è ormai appurato.