EUROPA VERDE – VERDI Provincia di Rimini ritengono non sia più rinviabile l’approvazione del Piano nazionale per la gestione del lupo, in una versione che non contempli gli abbattimenti ma incentivi ed estenda l’applicazione di tutte le misure di prevenzione.
“Leggiamo con attenzione e allo stesso tempo preoccupazione l’intervento di Coldiretti in merito all’uccisione di due pecore di un gregge a Maiolo da parte di un branco di lupi – spiegano -. Il problema degli allevatori non va certamente sottovalutato, ma occorre ricordare che i lupi oltre ad essere giustamente tutelati e protetti sono i primi predatori dei cinghiali, che costituiscono l’80% della loro alimentazione e rappresentano spesso un problema maggiore per gli agricoltori”.
“Occorre pensare a come poter aiutare gli allevatori a difendere il loro gregge, finanziando anche interventi formativi sugli strumenti utili a ridurre il rischio di attacchi, come la costruzione di recinti elettrificati nei quali ricondurre le pecore di notte, e l’acquisto di cani da pastore selezionati da allevamenti scelti e qualificati. Per quanto riguarda le recinzioni esistono già contributi che vengono sempre più utilizzati grazie anche all’aiuto delle associazioni di categoria nelle pratiche di finanziamento: occorre verificare se le misure in essere sono sufficienti o sia il caso di pubblicizzarle ed incrementarle. Una convivenza armonica tra lupo e allevatori è possibile e in molti casi già realtà, e grazie ai progressi scientifici è dimostrato che la prevenzione è più efficace di soluzioni antistoriche e drastiche come i tentativi di aprire deroghe per gli abbattimenti”.
“Anche per Europa Verde non è più rinviabile l’approvazione del Piano nazionale per la gestione del lupo, in una versione che non contempli gli abbattimenti ma incentivi ed estenda l’applicazione di tutte le misure di prevenzione che eliminerebbero ogni conflitto tra questi animali e le attività umane: anche in questo caso il Ministero si è rivelato inadeguato. Auspichiamo inoltre un dialogo che metta attorno ad un tavolo le associazioni di categoria, collaboratori scientifici ed associazioni che si impegnano nella tutela della fauna per trovare una soluzione adeguata a questo problema ed a quello dei danni degli ungulati all’agricoltura”, concludono.