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Venturi superstar a Rimini: “Vostro lockdown ha salvato le Marche”

Il nuovo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte sembra riportare indietro il tempo. Si stringono le maglie delle normative anticontagio, mascherine obbligatorie all’aperto e al chiuso, multe e sanzioni più pesanti. I numeri dei contagi  tornano a crescere. Insomma il coronavirus fa un po’ più paura che in estate man mano che avanza un autunno foriero di incognite. Alla vigilia dell’entrata in vigore dei nuovi provvedimenti al Cinema Fulgor di Rimini la memoria è andata per davvero a ritroso, fino alla fine di febbraio quasi a ripercorrere punto per punto i giorni più drammatici di un’epidemia che in Provincia ha imperversato a lungo seminando morte e panico.

Motivo occasionale è stata la presentazione del libro pubblicato dall’ex assessore alla sanità e commissario ad acta della Regione Emilia Romagna nei giorni più drammatici della pandemia Sergio Venturi, un volume scritto a quattro mai con il giornalista de La Repubblica Rosario Di Raimondo. Presenti in sala i due autori , la presidente dell’assemblea legislativa della Regione Emma Petitti, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi.

“La Goccia del Colibrì” è il titolo del libro di Venturi e Di Raimondo con un sottotitolo che ricorda il leit motiv delle dirette, seguitissime, dell’ex commissario ad acta. “Fare la propria parte durante e dopo la pandemia” nel solco della favola del colibrì che per aiutare gli animali della foresta a spegnere un incendio porta una goccia d’acqua con il suo becco. Una metafora che a Venturi era sembrata efficace per richiamare tutti a comportamenti consoni al momento drammatico.

A distanza dall’ultima diretta andata in onda su Facebook alla fine di aprile, Venturi ha dispensato ottimismo sul futuro. Un ottimismo che, in realtà parte da lontano. “Alla fine di aprile – ha raccontato l’ex assessore – dissi al Presidente della Regione che avevo intenzione di rimettere il mandato e di sospendere le dirette. Qualcuno ha pensato ci fossero stati screzi non è così. Semplicemente ho creduto che non fosse più opportuno continuare con quel tipo di racconto. Le cose andavano per il meglio ed era arrivato il momento di infondere un po’ di ottimismo. E’ stato come accompagnare e prendere i cittadini per mano e poi scegliere di lasciarli proseguire da soli fidandosi del loro senso di responsabilità”.

Venturi è impegnato in un tour di presentazione regionale del libro e in una Regione in cui l’epidemia ha fatto paura più o meno ovunque l’ex commissario non rinuncia a declinare il racconto a seconda della città che lo ospita. Del resto a Rimini sono dedicate non poche pagine del suo libro, visto che la Provincia rivierasca assieme a quella di Piacenza è stata tra le più colpite in Emilia Romagna. “In 7 mesi, da quando i numeri di Rimini erano davvero preoccupanti ad oggi, ho avuto il piacere di notare che i riminesi e rivieraschi in generale si sono comportati benissimo. Io non credo sia un caso che dalla Sardegna molti vacanzieri tornavano positivi e dalla Riviera no“.

Parole quelle, di Venturi, che inevitabilmente hanno riportato alla mente quel 10  marzo che a lungo la cittadinanza ricorderà. Quel giorno Rimini entrò in lockdown in anticipo su gran parte dell’Italia, un blocco  che sarebbe poi stato reso ancora più rigido con l’inasprimento delle misure sul territorio nazionale, ma mano che i contagi crescevano senza speranza apparente di poterli vedere decrescere come poi accadde solo a partire dalla fine di aprile. Ha ricordato il sindaco Andrea Gnassi che “il 9 marzo dopo le prime chiusure di bar e ristoranti a Rimini arrivò il primo sole primaverile. Qui, quando è così si sa come va. Esplode la voglia di estate e restare in giro. Tutti ricordano le immagini delle spiagge affollate, del souvenir e poi le foto dei giornali. In quel frangente abbiamo provato tutti un senso di impotenza. Ho telefonato a Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo che mi ha raccontato come dalla Val Seriana il virus aveva dilagato nel capoluogo seminando morte ovunque. Era arrivato nel capoluogo da zone che non erano state chiuse e dovevano esserlo. Noi, in quei giorni, avevamo numeri in crescita di contagi proporzionalmente simili a quelle bergamasche. Quindi si è rivelato necessario chiudere perchè se dalla zona sud il virus esplodeva a capoluogo le conseguenze sarebbero state devastanti”. 

Lo stesso Sergio Vernturi ricorda che “quello di Rimini è stato un lockdown vero che probabilmente ha salvato anche le Marche.  Un blocco severo rigido con le forze dell’ordine che presidiavano le strada per evitare che i cittadini uscissero. Ma dobbiamo ricordare che è servito oltre al grande senso di responsabilità che ha permesso alla Riviera di vivere un’estate che nessuno si aspettava rispetto alle premesse“.

Inevitabile un passaggio da parte dell’ex commissario ad acta sulle nuove regole in vigore da oggi, prima su tutte quella che riguarda l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto e al chiuso. “Io credo che le regole per evitare che la situazione precipiti siano già in vigore e che sia necessario rispettarle. Sono ottimista. Abbiamo le mascherine, abbiamo i gel, sappiamo che dobbiamo mantenere le distanze. E non solo presto arriveranno i vaccini, probabilmente ne avremo a disposizione 3 diversi declinabili a seconda delle esigenze di ciascuno“.

Una ventata di ottimismo dovuta a un senso di fiducia nella capacità delle persone di essere responsabili? Probabilmente è così. “Io credo che sia un risultato straordinario – ha detto ancora Venturi – che su 6 milioni di studenti solo 1.000 siano risultati positivi a quasi un mese dall’inizio della scuola”. Venturi ha poi suggerito di diminuire i giorni di quarantena degli asintomatici. “Perchè la si fa ancora di due settimane?“. E non ha risparmiato una stoccata all’Oms. “Dicono che moriremo tutti..“, ha ironizzato. Infine, un elogio alla gestione attuale della pandemia non senza paragoni con altre situazioni italiane. “Noi con 4,5 milioni di abitanti facciamo 15.000 tamponi al giorno e vengono fuori 200 positività. Direi “a malapena” visto che il numero di test è altissimo. In Lombardia con 6 milioni di abitanti ne fanno solo 7.000 e ne scovano ben 500″.

E non è stata l’unica stoccata oltre confine regionale. Ci ha pensato anche il sindaco Andrea Gnassi, in  una serata in cui, va detto, l’orgoglio emiliano romagnolo l’ha fatta a torto o ragione da padrona. “Quando c’erano da prendere provvedimenti li abbiamo presi senza dire che a una certa ora li avremmo annunciati. Qui hanno contato i fatti“, con un riferimento indiretto al governatore della Campania De Luca, più volte preso di mira del sindaco di Rimini.

Orgoglio emiliano – romagnolo si diceva, e non a caso la chiusura in sala politica di Venturi parla chiaro. “E’ ora che questa Regione inizi a contare ai piani alti e ad esprimere personalità di peso. Soprattutto è ora che il governo e i ministri non dicano ciò che già sappiamo ma abbiano una visione e un’idea di futuro. Sappiamo che dobbiamo indossare le mascherine, che i numeri salgono eccetera. Ora serve uno sforzo in più”.

La serata è stata organizzata da “Lab 2020” e introdotta dalla presidente dell’Assemblea Regionale Emma Petitti.

Tutti in questi mesi abbiamo capito quanto sia importante e indispensabile investire e lavorare per una sanità pubblica e universalistica con pieno accesso a servizi di qualità e che garantisca l’equità del diritto alla cura, senza guardare all’età, alle differenze di reddito o al paese di provenienza dei pazienti.– ha detto Emma Petitti, tra le promotrici dell’iniziativa – E su questa linea, abbiamo capito, bisogna continuare a investire con ancora maggiore convinzione rispetto al passato, con investimenti sul personale sociosanitario, sulla ricerca, sull’implementazione della sanità territoriale e sul concetto di prossimità perché nessun Comune e cittadino sia lasciato indietro. La sanità emiliano-romagnola, pur con tutte le problematiche e criticità legate ad una epidemia di tali dimensioni e “cattiveria”, ha retto bene la prova del Coronavirus. Non saremo perfetti, ma nelle fasi più difficili abbiamo dimostrato di avere uno dei migliori sistemi sanitari

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