Maltrattamento e traffico illegale di animali, truffa, falsificazione della documentazione relativa alla vaccinazione. All’inizio dello scorso febbraioLa Polizia di Stato di Rimini aveva effettuato un’operazione in tutto il territorio del Belpaese e nella Repubblica Slovacca che ha permesso di smascherare una vera e propria organizzazione criminale transnazionale. In tutto erano state arrestate 7 persone e denunciati a piede libero 8 soggetti grazie a una collaborazione tra le Forze di Polizia italiane e quelle slovacche nel corso di un’operazione che nel Belpaese ha coinvolto le Questure di Rimini, Napoli, Bergamo, Savona, Milano, Alessandria e Napoli.
Dalle indagini era risultato che cinquemila i cuccioli di cane erano stati immessi sul mercato illegale online, un traffico che sfruttava le principali piattaforme di e- commerce attive sulla rete. I capi dell’organizzazione erano di stanza in Slovacchia, a Nitra.
Il 21 giugno scorso le autorità slovacche hanno accolto la richiesta di consegna allo Stato italiano di due indagati nell’ambito della stessa indagine .
Il personale del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia ha preso in consegna a Vienna O.A., cittadina slovacca classe ‘65 ed il figlio S.J. classe ’86, personaggi ritenuti idi vertice nell’associazione a delinquere. Madre e figlio sono ora detenuti a Roma nel carcere di Rebibbia, in attesa di essere interrogati dal GIP. Come riferiscono fonti di Polizia, con questi due ultimi fermi sono stati assicurati alla giustizia tutti i soggetti ritenuti responsabili di gravi reati ai danni di cuccioli di animali in tenerissima età.
Nel corso dell’attività di indagine, infatti, era stata dimostrata l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale specializzata nell’importazione illecita di animali da compagnia (prevalentemente Bulldog francese, Barboncino Toy), che aveva la propria base operativa la Slovacchia. Qui un cittadino italiano con la complicità della moglie slovacca e del figlio provvedeva al reperimento dei cuccioli prelevandoli da allevamenti abusivi gestiti da contadini locali o da mercati settimanali dediti alla vendita degli animali. I cuccioli venivano pagati tra i 30 e i 100€ e rivenduti in Italia per cifre comprese tra 1000 e 1800 €.
Le principali figure ai vertici del sodalizio criminale risultano essere state già coinvolte in 116 reati della stessa indole commessi in vari luoghi e l’attività illecita ha fruttato ai membri dell’organizzazione oltre un milione di euro.