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Vaccini Sputnik a San Marino, arrivano richieste da tutta Italia

“Sono un padre di 50 anni, abito in Svizzera, nel Canton Ticino, e vorrei venire a San Marino per vaccinare la mia famiglia”. Questa è solo una delle tante telefonate che in questi giorni arrivano ai centralini dell’Iss, l’Istituto di sanità sammarinese, da quando ieri è iniziata la campagna di vaccinazione con il siero Sputnik, che il Governo del Titano ha acquistato direttamente da Mosca.

A partire da lunedì 1 marzo a San Marino saranno vaccinate circa 400 persone al giorno. In primis il persona dell’ambito sanitario, poi a scalare anziani over 75, forze dell’ordine e personale scolastico e via via il resto della popolazione.

Il vaccino, nei primi tempi non sarà somministrato ai guariti e la platea conta circa 22.000 persone che potranno diventare 25.000 quando la campagna vaccinale coinvolgerà anche chi ha superato la malattia. La popolazione residente conta 33.000 cittadini ma saranno esclusi – come in Italia – i più giovani.

In tutto le dosi arrivate sul Titano sono 7.500 dosi che al momento serviranno solo ai sammarinesi, ad iniziare dal personale sanitario che entro mercoledì prossimo sarà tutto immunizzato. Poi si inizierà con gli over 75. Sono tanti gli italiani, ma non solo, che stanno contattato gli uffici dell’ospedale di Stato per vaccinarsi, dalla Lombardia e dall’Emilia soprattutto, ma per tutti la risposta è sempre la stessa: “Ci dispiace ma i vaccini sono solo per i sammarinesi” anche se si ipotizza di poter immunizzare anche i frontalieri italiani arruolati nel personale sanitario.

Le autorità sanitarie sammarinesi attendono con speranza le dosi promesse dall’Italia di Pfizer che dovrebbero arrivare dalla prossima settimana. Sembra quindi – stando a fonti dell’Iss – che l’impasse tra Italia e San Marino sull’accordo rimasto per mesi lettera morta, in base al quale Roma si impegnava a fornire dosi di vaccino ai sammarinesi, sia risolta.

E forse – dicono – la fornitura arrivata dalla Russia è servita anche a questo scopo. Intanto sul fronte delle restrizioni, il Congresso di Stato in queste ore sta affrontando il nodo delle nuove misure. Domenica infatti scade il decreto che rende San Marino paragonabile ad una zona gialla italiana, ma con in più le palestre aperte. La tendenza parrebbe quella di inasprire le misure di contenimento con una chiusura programmata dei ristoranti, con buona pace dei titolare dei pubblici esercizi già sul piede di guerra.

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