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Uso della bici: Rimini ai vertici, Pesaro prima in Italia con Bolzano

A Rimini si pedala, eccome. Per andare a lavorare o a scuola, un abitante su sei inforca la bicicletta. Così come a Cremona, Pisa, Padova, Novara e Forlì. È vero, fanno meglio i pesaresi, che insieme agli abitanti di Bolzano sono i ciclisti più convinti: uno su tre ne fa uso quotidiano. E a Ravenna, Reggio Emilia, Treviso e Ferrara sono uno su quattro.

Sono questi i vertici della classifica che  emerge dall’A Bi Ci, 1° Rapporto Legambiente sull’economia della bici in Italia, realizzato in collaborazione con VeloLove e GRAB+. Che vede numeri però stazionari e una media nazionale non certo entusiasmante: solo il 3,6% abbandona il mezzo motorizzato in favore della bicicletta, mentre le grandi città restano staccate a distanze abissali. Così Milano può essere soddisfatta di aver toccato il 6% di spostamenti in bici, dato impensabile qualche anno fa, ma ancora lontanissimo sia dalle capitali del nord Europa come dai centri italiani medio-piccoli. Per non dire di Roma, dove a scegliere la bici è appena uno striminzito 5 per mille.

Abitudini inveterate o problemi oggettivi?  Tra il 2008 e il 2015 le infrastrutture riservate a chi pedala nelle città capoluogo sono aumentate del 50% (1.346 chilometri di nuove piste ciclabili), eppure, come si è visto, il numero dei ciclo-pendolari italiani è rimato immutato. Come mai?

“Le piste ciclabili crescono e i ciclisti no eppure la domanda c’è: lo dimostra il successo delle bici nelle città che si organizzano bene”, spiega a Repubblica Alberto Fiorillo Responsabile Aree Urbane di Legambiente. “Il problema è che spesso i percorsi per le due ruote non vengono studiati per rendere facile la vita a chi sta in sella, ma seguendo altri criteri: utilizzare gli spazi disponibili più che quelli utili e lasciare il primato alle auto a costo di sacrificare la sicurezza delle due ruote”.

 

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