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Un’onda nuova nel Pd. No al terzo mandato per i sindaci. Ex questura di Rimini sempre alla ribalta

Il congresso del Pd. La partecipazione

Domenica scorsa si è svolta a Rimini, presso il centro congressi dell’Sgr, l’iniziativa con i sostenitori della candidata alla segreteria del Pd Elly Schlein. Ho partecipato. Sono rimasto impressionato. Non ricordo, negli ultimi anni una partecipazione di massa di quella portata. 400-500 persone ad una iniziativa del Pd, tante ragazze e ragazzi come tanti di tutte le generazioni. Una partecipazione che non si spiega con la capacità di chi ha organizzato. Si tratta di “un’onda” che sta attraversando tutto il Paese, da nord a sud. Dove arriva Elly Schlein le sale prenotate risultano inadeguate, piccole. Va molto bene, per altro, la partecipazione anche per Bonaccini. E’ un “popolo” che non si rassegna ad avere una sinistra, un Partito Democratico ininfluente, ridotto ad una comparsa. E’ un popolo che vuole una sinistra riformista, europea e di governo. Una risposta al governo di destra della Meloni. Spiace che i commentatori politici nazionali e locali non stiano cogliendo questo fenomeno. Qualcuno ha scritto che quei pochi che partecipano alle iniziative congressuali del partito Democratico “servono per un torneo di burraco”. Ho l’impressione che troppi analisti giochino loro a burraco nei salotti sparsi per le città italiane perdendo la capacità di capire, se non con il senno di poi, ciò che succede attorno a loro.

Elly Schlein a Rimini

Il congresso del Pd. I candidati

Era ottobre, quando in tempi non sospetti, ho sostenuto che l’unica candidatura che poteva salvare il Pd era quella di Elly Schlein. Mi era capitato di ascoltarla in più di una occasione quando era vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. Oppure in confronti sui temi nazionali. Mi era apparsa sempre “padrona” delle sue argomentazioni, preparata. Ma soprattutto era fuori dai giochi e dagli intrighi del passato. Era uscita dal Pd in dissenso con il Jobs Act del Pd di Matteo Renzi. Ma è’ sempre rimasta un’alleata del Pd, comprese le ultime elezioni regionali con “Coraggiosa”.  Una candidatura ai miei occhi convincente. Questo non significa un giudizio negativo sugli altri candidati. Gianni Cuperlo l’ho votato alle primarie in alternativa a Matteo Renzi. E’ un grande uomo di cultura. Uno dei pochi intellettuali nel Partito Democratico che ha capacità di leggere la società italiana, i cambiamenti. Dal mio punto di vista sotto utilizzato in questi anni. Stefano Bonaccini l’ho sostenuto come segretario regionale nel 2010 e come candidato alla presidenza della Regione nel 2014. L’ho poi sostenuto e rivotato nel 2020. Non sono sempre d’accordo con le sue posizioni e capita anche di discussioni pubbliche “crude” come sul caso Giarrusso. Ma non sposta nulla sullo spessore politico e di governo del Presidente della nostra Regione. Conosco molto poco Paola De Micheli. Il punto è che tutti questi dirigenti di primo piano del Pd appartengono all’oggi. Elly Schlein invece appartiene al futuro senza avere la testa rivolta al passato. E’ giovane, legge il futuro con gli occhi di una generazione esclusa da ruoli di primaria importanza nella società italiana. E’ pronta a battersi credibilmente per i diritti, per il lavoro, per l’ambiente E’ una donna. Se non ora, quando una donna diventa leader del Partito Democratico? Se non ora, quando il Partito Democratico esce dal paternalismo ed una buona dose di “maschilismo mascherato”? Se non ora, quando il Pd dà una risposta femminista ad una presidente del Consiglio italiano femminile?

Bonaccini Fermata Est

Bonaccini a Rimini per la sua candidatura

Il terzo mandato

E’ un po’ che se ne discute. Rimuovere il vincolo dei due mandati per i sindaci. Per i comuni fino a 5mila abitanti è già stato rimosso. Capisco la ragione. In molte realtà comunali piccole trovare un candidato a sindaco non è semplice. Anzi. Talvolta succede che non si presenti nessun candidato. Si discute da tempo la possibilità di arrivare fino a 15mila abitanti per poter fare il terzo mandato. In questo caso inizio ad avere molti dubbi. Ora siamo oltre l’immaginazione. La richiesta di terzo mandato per tutti i sindaci. Aree metropolitane comprese. Questa richiesta vede tra i protagonisti Antonio Decaro presidente nazionale Anci e sindaco di Bari e Matteo Ricci responsabile Lega autonomia locali e sindaco di Pesaro. Entrambi hanno due caratteristiche in comune. Stanno facendo il secondo mandato da sindaco e quindi non sarebbero più ricandidabili ed entrambi sono del Partito Democratico. Su questa proposta non concordo, anzi sono nettamente contrario. Dieci anni da sindaco nei comuni importanti (oltre i 5mila abitanti) bastano per portare avanti un programma di governo. L’elezione diretta dei sindaci ha portato a stabilità politica, ma anche tanto potere concentrato nelle mani di un singolo. Purtroppo negli anni si è ridotto il ruolo dei consigli comunali e delle stesse giunte comunali. Fino agli eccessi di sindaci che pensano di essere dei podestà. Non vorrei che dal partito degli eletti passassimo al partito dei “sempre gli stessi”. Poi c’è un problema. Nello statuto del Pd si fa riferimento esplicito ai due mandati per tutte le cariche istituzionali, compresi i parlamentari (salvo eccezioni motivate). Mi sembra una norma di buon senso, da mantenere per un ricambio delle classi dirigenti. Sarebbe interessante capire cosa ne pensano i candidati alla segreteria nazionale.

Matteo Ricci sindaco di Pesaro

Ex questura, ha ragione il sindaco

L’ex questura di via Ugo Bassi ogni tanto ritorna sulle prime pagine dei giornali locali. Ricordo che si tratta dell’immobile destinato a questura (mai attivato dai proprietari e dal Governo) venduta all’asta fallimentare per oltre 14 milioni di euro ad un gruppo imprenditoriale del nord (si dice legato a Esselunga). La destinazione urbanistica dell’area e dell’edificio son in questo momento chiari. L’edificio può essere ristrutturato mantendo le destinazioni urbanistiche attuali: uffici pubblici (questura) ed alloggi per gli agenti di Polizia. Null’altro. Le are libere sono prive di pianificazione urbanistica in quanto il piano integrato approvato per la questura e le altre funzioni previste nell’area è stato revocato dalla giunta Ravaioli. Di fronte a questa situazione, la proprietà cerca di trovare una soluzione per accelerare i tempi di approvazione di un progetto di riqualificazione dell’area con la realizzazione di nuove funzioni direzionali, commerciali e residenziali. Il Comune da parte sua ha detto in più di una occasione che l’area verrà inserita nella pianificazione urbanistica del PUG (Piano Urbanistico Generale). La proprietà ritiene che i tempi siano troppi lunghi e propone un accordo di programma con il comune. Nulla da fare. Il sindaco mantiene la posizione. Nessuna corsia preferenziale per l’area dell’ex questura. Ho l’impressione che il confronto andrà avanti anche nei prossimi mesi. La posizione del sindaco Jamil Sadegholvaad mi pare convincente. Troppo strategica quell’area per pianificarla senza inserirla in uno strumento urbanistico generale.

Maurizio Melucci

Piero Aicardi, Leonardo Cavalli e Marco Da Dalto di ASI

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