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Unione Civica ribatte ad Arcuri: “Basta menzogne, Riccione paralizzata da due anni e mezzo”

Unione Civica di Riccione spiega con questo comunicato le ragioni che hanno portato il gruppo a togliere il suo sostegno al sindaco Renata Tosi e risponde a quanto dichiarato da “Nanà” Arcuri a Chiamamicitta.it:

“Ritenevamo di essere abituati ad uno stile politico che poco ha a che fare con la levatura dei personaggi che lo dovrebbero applicare e che si avvale della manipolazione continua di tutti i fatti.

Ma, ancora una volta, con indignazione abbiamo preso atto dell’ affermazione politicamente più falsa e inverosimile che viene riportata nell’intervista di Arcuri rilasciata in data odierna e che asserisce nell’atteggiamento del sindaco Tosi una grande capacità di apertura nel dialogo instaurato con la nostra lista e che la nostra richiesta, su cui si è costruita la più meschina menzogna, quella della brama di potere, farebbe parte di un disegno più ampio che ha portato alla caduta di questa amministrazione.

Certamente, se davvero il nostro intento fosse stato quello di aspirare a delle poltrone, avremmo accettato le soluzioni di posti di lavoro e di cariche di lustro offerteci dal sindaco. Questa è stata la sua apertura, il tentativo di un mero scambio di poltrone che nulla lascia intravvedere al nostro reale desiderio di impegnarci nella politica cittadina.

Ma la negazione dell’ assessorato non è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso bensì il continuo opporre quella chiusura che in due anni e mezzo ha mortificato tanti rapporti e chiuso ad una reale crescita della città.

L’incapacità di realizzare interventi importanti sulla città e l’immobilismo nei progetti tanto decantati ma inesistenti darà vita, nei prossimi giorni, come già nei scorsi, a lunghi elenchi di cose che si potevano fare ma per colpa di “qualcuno” non si sono potute fare.

I nostri concittadini meritano rispetto e riteniamo siano in grado di riconoscere che non sia possibile, ora, costruire ad hoc l’immagine di un sindaco vittima di un epilogo improvviso quanto immeritato.

Ci sono fatti per noi gravissimi quali la perentoria privazione della libertà di creare associazioni o comitati da parte di cittadini nell’interesse della città, pena l’uscita di comunicati che le condannano, e l’avallo continuo ad aggressioni personali e la violenza verbale ma, soprattutto, pubblica, perpetrata ormai da anni, che hanno creato un clima di immobilismo e timore di finire in un tritacarne che poco ha a che fare con il bene comune ma ne ha tanto, invece, con il controllo del potere e dei cittadini.

Ci abbiamo provato con tutta la buona volontà a spiegare che le cose non potevano andare avanti in quel modo. Lo abbiamo fatto dentro le formazioni politiche in cui siamo stati eletti e inascoltati lo abbiamo fatto costituendoci come gruppo autonomo per dare più forza alle nostre ragioni. La risposta è stata la chiusura totale da parte del sindaco, la gogna su facebook e l’insulto politico (e personale) portato avanti dai soliti seguaci del guru.

Il progetto di cui siamo stati parte e nel quale ci eravamo riconosciuti è andato progressivamente in pezzi negli ultimi mesi: la maggioranza si era trasformata nella voce di una sola persona che decideva per tutti senza informare e coinvolgere nessuno. I progetti più importanti sono rimasti tutti al palo, le proposte con cui ci siamo presentati ai cittadini nelle liste della maggioranza, completamente abbandonate.

Non si è fatta mai una discussione comune sulle scelte di fondo di come impostare il bilancio, non si è mai ragionato insieme su cosa fare e come gestire Geat e le nostre partecipate, non è mai stato generato o desiderato il coinvolgimento sulle scelte che riguardano i servizi e la programmazione delle manutenzioni.

Tutte le volte che abbiamo chiesto di essere partecipi di queste scelte e di non essere considerati solamente degli “schiacciabottoni” in consiglio, ci è stato risposto picche. Questa maggioranza non era più tale perchè non ci hanno mai considerato parte di essa.

Abbiamo fatto una scelta sofferta, abbiamo deciso di dimetterci quando abbiamo capito che non c’erano più le condizioni minime di convivenza e di collaborazione e come noi lo hanno pensato tutti. Ma bastavano 13 voti.

E’ importante che la città capisca che la situazione attuale è la risultanza di due anni e mezzo di governo che, nei modi, ha completamente trascurato l’ importanza ed il valore dei rapporti e delle sinergie. Ha imposto scelte che, come abbiamo visto in tanti casi, erano più la misura di una rivalsa che non di un desiderio di bene per la nostra città.

Ora saranno i cittadini a fare le loro valutazioni, Riccione non rischia la paralisi o un lungo commissariamento.

Noi ci daremo da fare per farla ripartire con slancio, recuperando il tempo andato perduto negli ultimi mesi.

I CONSIGLIERI

FABIO MERCATELLI

FILIPPO URBINATI

EMANUELE MONTANARI

FRANCESCO MONTALTO

MICHELE MINGUCCI

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