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Unioncamere: “Emilia-Romagna, crisi peggiore dal dopoguerra”, turismo -44%

Nel 2020 il Pil dell’Emilia-Romagna dovrebbe crollare del 9,3%, in una forchetta tra il 9 e il 9,5%: peggio della media italiana, del 9%. Salvo poi garantirsi una ripresa più veloce l’anno prossimo, con una crescita del Pil del 4,8% (approssimativamente tra il 4,5 e il 5%) contro il 4,2%.

La stima è di Unioncamere Emilia-Romagna, su dati di Prometeia.
Il 48,3% delle imprese, quasi una su due, ha problemi di liquidità. Tra i settori, nei primi tre trimestri le perdite di fatturato più drammatiche arrivano dalla ristorazione (-37,6%), dalla moda (-22,2%) e dalla ceramica (-19,5%), tengono l’agroalimentare (-0,6%) e la chimica (-1,5%).In nove mesi il manifatturiero ha perso il 12% del fatturato, le costruzioni l’8%, il commercio il 7,9%, il turismo il 44%.

Unioncamere mette in fila questi dati in occasione del rapporto 2020 sull’economia regionale. La sentenza è netta: “È difficile trovare un altro anno brutto come questo, bisogna tornare ai tempi della guerra”, spiega Guido Caselli, direttore centro studi e vice segretario generale Unioncamere regionale.

(ANSA)

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