Martedì 12 luglio si riunisce la direzione provinciale del Pd riminese. Analisi del voto e situazione politica locale e nazionale. In tempi passati avrebbe avuto i riflettori dei giornali locali e l’attenzione del Partito. Oggi? Forse un trafiletto o la pubblicazione di uno stanco comunicato stampa. Tempi che cambiano? Certo. Ma in peggio. Infatti una discussione all’interno della principale forza politica della Provincia di Rimini che passa praticamente inosservata è la palese dimostrazione che si sono spostati i luoghi del confronto politico vero (da capire dove) ed è crollato l’interesse per il dibattito politico. Per essere più precisi ,l’unico interesse riguarda se il segretario rimane o chi eventualmente dovrebbe sostituirlo. Ma nulla nel merito di ciò che ha consegnato il voto amministrativo alla politica. Si votava in due comuni sopra i 15 mila (Rimini e Cattolica) e in tre comuni più piccoli (Pennabilli, Novafeltria e Montescudo-Montecolombo). Il Pd ha vinto a Rimini e a Montescudo-Montecolombo ed ha perso a Cattolica, Novafeltria e Pennabilli. Sicuramente situazioni diverse, ma non per questo non meritevoli di approfondimento. Alcuni temi che la Direzione del Pd sicuramente dovrà affrontare:
- Il Pd perde in alta Val Marecchia. Dei sette comuni entrati in Emilia Romagna il centro sinistra governa S. Agata Feltria (assieme alla Lega!) e Casteldelci. Nonostante l’impegno nel sostenere l’entrata in Emilia Romagna, nonostante le ingenti risorse economiche messe in campo per facilitare l’integrazione con la realtà della Regione Emilia Romagna, il Pd non è percepito come forza autorevole di governo. Il Pd non ha scalfito il blocco sociale del centro destra come nel caso di Pennabilli ed è uscito dal governo di Novafeltria. Una analisi della situazione su quel territorio è doverosa da parte del gruppo dirigente.
- Il Pd perde a Cattolica. Il sindaco uscente Cecchini non si è ricandidato. Il nuovo candidato è stato scelto con le primarie. Si sono confrontate (o meglio scontrate) due impostazioni. Il “rinnovamento nella continuità” della precedente amministrazione (Piva Corrado) e il “cambiamo tutto” (Sergio Gambini). Le primarie vengono vinte in modo netto da Gambini. Alle elezioni vere il Pd si divide. Un assessore della giunta Cecchini (Ubalducci) promuove una lista che ottiene oltre il 9% dei voti. Il Pd e Gambini perdono le elezioni. Pare evidente che se non altro c’è un problema di regole e di primarie. E non solo a Rimini, come è noto.
- A Rimini il Sindaco uscente Gnassi stravinceal primo turno. Un risultato che sintetizza benissimo l’azione di buon governo di Andrea nei cinque anni precedenti, l’assenza della lista 5 Stelle (per le note ragioni), la debolezza del candidato di centro destra (a detta dei suoi stessi alleati). Ma quel risultato ha anche una novità politica. Una lista civica promossa dall’On. Pizzolante, con candidati in lista noti esponenti del centro destra riminese. Una lista promossa (così si legge sulla stampa, senza nessuna smentita) anche da importanti esponenti della direzione del Pd. Una lista che ottiene oltre il 13% dei voti. C’è uno spostamento dell’asse politico culturale e programmatico del Pd di Rimini? Si tratta di un obiettivo strategico oppure di una scelta limitata a questa tornata elettorale? Chiarire questi concetti non pare essere esercizio superfluo.
- A sinistra del Pd la frammentazione miete di nuovo le sue vittime. A Rimini, tre liste e nessun consigliere comunale eletto, né fra chi sosteneva Gnassi né fra chi si candidava all’opposizione. Una riflessione che non riguardi solo quelle aree politiche e culturali, ma anche lo stesso Pd e le sue alleanze, parrebbe altro tema degno di una direzione, tutt’al più per decidere che quelle alleanze non interessano più!
Questi alcuni aspetti culturali e programmatici che il voto ci consegna. Non sono banalità, ma rientrano in un dibattito che con grande fatica, ma anche interesse e partecipazione, si sta rianimando anche a livello nazionale.
