«Abbiamo fatto un grande miracolo. Ora ne serve un secondo, anche più difficile»: così Giorgio Grassi, presidente del Rimini FC, oggi in municipio dove è stato ricevuto dal sindaco Andrea Gnassi e dall’assessore allo sport Gian Luca Brasini per festeggiare la promozione anticipata della squadra biancorossa in Serie C.
«Grazie! Grazie! Grazie!», ha esclamato il sindaco Gnassi al termine del suo excursus, durante i quale ha toccato tutti i tasti delle riminesità: le origini romane e “il dado è tratto” di cesariana memoria, la città rinascimentale e Fellini. Proprio il Libro dei Sogni del regista riminese e la medaglia del bimillenario del’Arco d’Augusto sono stati i doni del primo cittadino al presidente del Rimini.
Ma il “secondo miracolo” evocato da Grassi? Non quello sportivo come quello appena realizzato, ma quello societario: soldi, tanto per cambiare. Il presidente ha ribadito la sua proposta alla città: una società aperta, senza maggioranza, che propone un modo nuovo di fare calcio. Un modo che si è dimostrato vincente, che in venti mesi è passata dal fallimento alle due promozioni consecutive. Che a oggi è l’unica in Italia ad aver già conquistato il passaggio alla serie superiore. Dunque un progetto serio, che si è conquistata la sua credibilità a suon di risultati, ma che che ha bisogno di altre forze per poter affrontare un campionato professionistico.
Come? Grassi torna a proporre pacchetti di quote societarie da 30 mila euro sotto forma di pubblicità, in modo che siano almeno in parte detraibili dalle tasse. Pubblicità da cui non attendersi un ritorno immediato, ma da considerarsi anche come segno di vicinanza ai colori cittadini. Finora l’idea ha lasciato abbastanza freddo il mondo dell’imprenditoria riminese, ma Grassi spera che di fronte agli obbiettivi puntualmente raggiunti qualcuno possa sentire scaldarsi almeno il cuore. Obiettivo già dichiarato: conquistare in tre anni la Serie B.
E lo stadio? All’inevitabile domanda, il sindaco ribadisce che «l’amministrazione sta già lavorando per monitorare gli interventi che servono per adeguare l’impianto a quanto viene richiesto da un campionato professionistico». Quanto ad altro, «aperti ad ogni proposte, purché seria e realistica».
A questo proposito, Gnassi ha anche rievocato i giorni drammatici dell’estate 2016, quando di fronte ad una società fallita toccava al Comune intervenire per valutare le proposte che arrivavano. «E ne sono arrivate di ogni genere, da prendere paura – ha ricordato – fenomeni, biscazzieri, serie A in tre anni, rapporti con il Sud America, perfino progetti fabbricati con il copia-incolla dimenticandosi di sbianchettare i nomi delle città dove già si era provato a rifilarli. Noi, prendendoci anche degli insulti, abbiamo scelto la proposta che ci pareva più seria, solida, dove si parlava di fare passo dopo passo senza promesse mirabolanti. Da allora in poi, il merito di questa impresa è stato tutto di questa società, dei suoi giocatori e dei suoi tecnici».
Il comunicato dell’amministrazione comunale sull’incontro:
“Un incontro, quello di oggi, che abbiamo voluto per testimoniare la soddisfazione e la gratitudine dell’Amministrazione per questo straordinario risultato – ha esordito il sindaco – Ho già ammesso che quando si tratta di Rimini calcio vivo una sorta di contraddizione interna, tra l’affetto che provo per questi colori e il mio ruolo istituzionale. Ma si sa che l’amore per una squadra di calcio è irrazionale. Sembra passato un secolo, in realtà sono trascorsi solo venti mesi dal fallimento del club e dalla decisione, questa invece tutt’altro che irrazionale ma ben ponderata, di ripartire dal progetto di Giorgio Grassi. Una scelta che ha portato ad una doppia promozione mai avvenuta in 106 anni di storia biancorossa; per questo ai giocatori, alla squadra e alla dirigenza va il nostro sincero ringraziamento. E oggi, dopo solo 20 mesi, possiamo guardare avanti, senza fare promesse irrealizzabili, ma con l’obiettivo di mettere lo stesso impegno profuso nel trasformare la città anche per proseguire nel cambiamento del nostro calcio”.
Riparte dall’estate di due anni fa anche l’assessore Gian Luca Brasini, “fu un periodo difficile ma allo stesso tempo emozionante, che ci metteva davanti ad una sfida. Oggi siamo qui a commentare una cavalcata bellissima e possiamo solo dire grazie a chi ne è stato autore e protagonista. Venti mesi fa abbiamo fatto una scelta che si è dimostrata quella giusta, ma oggi si apre un’altra fase, non meno delicata, che si pone l’ambizione di portare avanti questo percorso coinvolgendo altri soggetti della città”.
E dopo aver ringraziato tecnici, dirigenti, personale che in questi due anni hanno aiutato il Rimini a risalire dall’Eccellenza alla Lega pro, anche il presidente della Rimini Calcio Giorgio Grassi, affiancato dal presidente onorario Sergio Santarini, ha parlato di futuro. “Abbiamo portato a termine un miracolo sportivo, risalendo la china velocemente e centrando la promozione in Lega Pro con tre giornate di anticipo. Adesso siamo chiamati a fare un secondo miracolo, quello di rendere il Rimini il modello di un nuovo tipo di calcio. Un secondo miracolo molto più difficile, che da soli non possiamo realizzare. Ci vuole il concorso di tutta la città”. Un appello al tessuto economico-imprenditoriale riminese a sostenere il progetto ribadito dal sindaco, “e rivolto alla città in tutte le sue componenti. Chi c’è batta un colpo”.
Al termine degli interventi il sindaco ha consegnato al presidente Grassi il “Libro dei sogni” di Federico Fellini e un dittico di medaglie coniato per il bimillenario dell’Arco d’Augusto, “perché per guardare e progettare il futuro – ha concluso – servono le radici”.