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Ucraini sfollati a Rimini, anche i clienti del Sigep dànno una mano in hotel

L’hotel Brenta, un tipico albergo a gestione famigliare romagnolo, si apprestava a fare il tutto esaurito per il Sigep, la grande fiera internazionale del gelato di Rimini in programma tra qualche giorno.

Tutto è cambiato con l’invasione russa in Ucraina e l’arrivo dei profughi in città dove vi sono molti lavoratori originari di quel Paese.

Il titolare della struttura, Eugenio Barone, ha da poco aperto anche l’altro suo albergo stagionale per fare fronte all’emergenza, e così è arrivato a mettere a disposizione gratuitamente 63 camere, di cui circa la metà già occupate.
Arrivano “a tutte le ore del giorno, che siano le tre di notte o mezzogiorno. Infatti abbiamo la cucina h24”, spiega.
“Sono sfiniti perché fanno tantissime ore di viaggio. Molti non hanno neanche le scarpe, donne senza indumenti intimi, non mangiano da giorni”.

Anche l’albergatore ha bambini piccoli come le sue ospiti e ad essergli rimasto impresso è un bambino ucraino di 5 anni. “L’unico gioco che sapeva fare – racconta – era quello di sparare ai russi per difendere il padre. Erano le due di notte, non riusciva a dormire. Ci siamo messi lì per due o tre ore, ho tirato fuori tutti i giochi dei miei bambini e siamo riusciti in qualche modo a convincerlo che c’era altro oltre a quello che faceva lui”.

“È difficile accettare che un bambino di 5 anni possa guardare nel nulla”, aggiunge Barone. L’albergatore ha ceduto i clienti che avevano prenotato per il Sigep ad altre strutture della zone, tranne “3-4 camere. Quando hanno saputo di questa situazione hanno detto ‘Noi rimaniamo, così se ti serve una mano, ben volentieri, siamo lì. Anzi ti portiamo giù anche qualcosa’”.

(ANSA)

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