Sono 750 i profughi ucraini ospiti negli hotel della provincia di Rimini – quindici in tutto al momento – che hanno aperto gratuitamente le proprie porte. “La situazione non è facile”, spiega, come riportato dall’Ansa, il presidente della locale associazione People for Ukraine Dmytro Shchukin che si è trasferito in Italia nel 2008 per studio dal sud-est dell’Ucraina e ora vive nell’entroterra riminese. “Un paio di giorni fa ho dormito insieme ai profughi nell’albergo per essere a disposizione, per fornirgli tutto l’aiuto possibile – racconta -. Tutta la nostra squadra sta lavorando giorno e notte nel dare il massimo aiuto“.
La prefettura ha convocato la settimana scorsa un tavolo operativo con i sindaci per mettere in moto la macchina dell’accoglienza, specificando che la priorità viene data ai Cas, i centri di accoglienza straordinari che si stanno cercando di ampliare. Ma l’emergenza è continua e i posti non sono mai abbastanza. Le strutture private, come gli hotel, possono convenzionarsi tramite l’agenzia regionale di Protezione civile per accedere ai finanziamenti. “Non abbiamo sottoscritto alcuna convenzione ancora – afferma il presidente dell’associazione Riviera Sicura Giosuè Salomone – in questo momento tra l’altro l’unica associazione di categoria, peraltro speculare a noi, che viene invitata a essere consultata è l’associazione Albergatori. Ma di fatto non si sa nulla“, dice Salomone che annuncia: “valutiamo ricorso al Tar perchè non è possibile che non sia data possibilità di chiedere finanziamenti se non iscritti ad associazioni di categoria“.
Gli hotel della sua associazione stanno dunque continuando ad accogliere i profughi a proprie spese. “Avremo affrontato spese soprattutto di consumi energetici per quasi 100mila euro” complessivi. “Nessuno degli albergatori ha mai pensato di guadagnare un euro da questa gente”, assicura.