“Ho ucciso due persone, ma non sono un assassino. Ho dovuto farlo per porre fine alla loro inutile sofferenza. In Italia non è possibile l’eutanasia, ma non potevo vederle soffrire”. Era il 18 dicembre del 1999 quando, Massimo Perini, di Cattolica, bagnino, ex militante di Lotta continua, dopo essersi costituito ai carabinieri di Cattolica, ha raccontato come ha ucciso, due giorni prima, la madre Flavia Fiorani Favalcro, 78 anni, maestra in pensione, malata di cancro allo stadio terminale, e la sorella Marisa, 38 anni, invalida per problemi psichici.
“Ci vuole coraggio ad uccidere una sorella e una madre a cui si vuole bene”.
Per quel duplice omicidio fu condannato a 30 anni in primo grado pena ridotta a 20 anni in appello.
E’ uscito dal carcere per buona condotta e da tempo viveva a Cattolica in libertà vigilata senza far parlare di se.
Si è ucciso con una coltellata al petto proprio alla vigilia di Natale. Prima di uccidersi ha ammazzato anche il gatto. Aveva 68 anni