Pillole all’insegna del centrodestra dopo le numerose esternazioni degli ultimi giorni. Commenti su fatti nazionali e locali. Una linea netta: a Roma “stiamo governando in modo perfetto viceversa il centrosinistra nei comuni governa male”. Propaganda, ma ci sta. Basta non superare il limite della decenza. A tutti faccio gli auguri di un buon anno.
Circonvallazione di Santa Giustina
Pochi giorni fa è arrivata la notizia che il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) ha approvato il finanziamento per la nuova circonvallazione di Santa Giustina di 22 milioni di euro. Immediate le grida di giubilo degli esponenti del centrodestra locale. Da Filippo Zilli (Fratelli d’Italia) a Jacopo Morrone (Lega) che esprimono soddisfazione ed “auspichiamo che pure il Comune di Rimini capisca l’importanza di non contrapporsi al Governo”, “grazie all’attenzione del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, si accelera su 21 opere fondamentali per il Paese”.
Sinceramente non capisco tutto questo entusiasmo e il voler “metterci sopra il cappello” Siamo nella normale amministrazione di finanziamenti previsti nella legge di bilancio 2022 (governo Draghi) ed ora approvati per le singole opere. Della circonvallazione di Santa Giustina si discute da molti anni, i primi progetti furono approvati oltre dieci anni fa. Nel 2022, per la precisione il 30 aprile, vi è stata l’intesa Stato-Regione Emilia Romagna. Si è concluso un inter burocratico e progettuale che casualmente ha coinciso con l’entrata in attività del nuovo governo Meloni. Ora la vera scommessa del nuovo governo è mantenere i tempi per la realizzazione. Nel comunicato ufficiale del Ministero delle infrastrutture si dice che “per una buona parte saranno pubblicati i bandi di gara in tempo record, tra la fine dell’anno e gennaio 2023”. Vediamo.
Ritornano i voucher, si aggrava il lavoro precario
Il nuovo governo di destra ha reinserito i voucher lavoro per il settore dell’agricoltura, per il comparto HO.RE.CA. (hotellerie-restaurant-café), per le attività di cura della persona, per il lavoro domestico, nonché per le discoteche, night club, sale da ballo e strutture simili.
I voucher potranno essere usati fino ad un massimo lordo di 10mila euro all’anno e avranno a disposizione un plafond doppio rispetto ai voucher del periodo 2003-2017, il cui valore ammontava ad un massimo di 5mila euro. Erano stati aboliti nel 2017 dal governo Gentiloni costretto a farlo anche a seguito di una battente campagna sindacale.
Un provvedimento che aggrava il lavoro precario e la contrattazione selvaggia. Ovviamente al presidente di Confcommercio Rimini, Gianni Indino, tutto questo non basta e chiede che i voucher vengano estesi anche al commercio. In questo modo il precariato, l’evasione contributiva e fiscale si potrà realizzare con più efficacia.
Concessioni spiaggia, tutto in alto mare
Il governo di destra, dopo tante promesse ai balneari, non ha ancora deciso nulla. Anzi un emendamento al decreto mille proroghe del senatore di Forza Italia Gasparri rischia di spaccare la maggioranza di governo. L’esponente di Berlusconi propone una proroga delle attuale concessioni fino al 2024 (scadono a dicembre 2023). Sulla proroga gli esponenti di Fratelli d’Italia e Lega sono cauti. “Valuteremo la proposta di Forza Italia, ma la nostra posizione – dicono le parlamentari riminesi di FdI, Spinelli e Colombo – non è cambiata. Intendiamo mantenere le promesse fatte in campagna elettorale”. Pertanto “no alla direttiva Bolkestein per i balneari – continua Spinelli – e continuità delle imprese”.
Anche Mauro Vanni, il presidente delle imprese demaniali di Confartigianato si aspetta dal governo “grandi cose”. “Abbiamo riposto grande fiducia nel nuovo governo, che ci ha promesso di far uscire le imprese balneari dalla direttiva Bolkestein ed evitare così di fare i bandi pubblici per le attività di spiaggia. È quello che ci aspettiamo”.
Non so quanto le due parlamentari sappiano della Direttiva Servizi (direttiva n. 123 del 2006) e della sentenza della corte di giustizia europea del 14 luglio del 2016 (c.d. sentenza Promoimpresa), ma consiglio di leggere entrambi i documenti. Interessante anche conoscere come funzionano le direttive recepite dai parlamenti dei singoli paesi che aderiscono all’Unione Europea. A Vanni non consiglio nulla. Da anni va dietro a chi gli promette l’impossibile.
Riccione, una ex sindaco in pena
Seguire la cronaca politica di Riccione è sempre interessante. In particolare, un centrodestra che non ha ancora metabolizzato la sconfitta alle elezioni amministrative del giugno scorso, non perde occasione per farlo notare. La più impegnata è l’ex sindaca Renata Tosi, che critica tutte le iniziative della giunta Angelini. Non vanno bene gli addobbi di Natale di viale Ceccarini, non vanno bene gli eventi programmati, non va bene la pista di pattinaggio green, non va bene il bilancio. La linea è semplice: “L’ex giunta Tosi era più brava della nuova giunta di centrosinistra”. Purtroppo, si sono dimenticati (il centrodestra e l’ex sindaca Tosi) che hanno perso le elezioni pesantemente. Gli elettori di Riccione hanno giudicato il lavoro della giunta Tosi negativamente e in modo netto. Ma oltre a questo, le proposte che vengono avanzate in alternativa al centrosinistra sono veramente incomprensibili, almeno alcune. Sul bilancio, ad esempio, il centrodestra critica la decisione di aumentare l’imposta di soggiorno (aumenti in linea con gli altri comuni della costa) e rimodulare la tassa rifiuti (eredità della precedente giunta e da definire). La critica è nel gioco delle parti, ma in questo caso sono rimasto colpito dalle proposte alternative.
Il centrodestra propone di sostituire le entrate in parte corrente del bilancio con due proposte (riporto da comunicato stampa):
- “si possono recuperare 1.400.000 € dalla cessione delle quote in Farmacie Comunali Riccione S.p.A.”
- “si possono recuperare 1.400.000 € dalla cessione delle quote in PMR, AMIR e Start Romagna”.
Resto senza parole. Per coprire quote del bilancio comunale in parte corrente il centrodestra propone di vendere quote azionarie di partecipate di proprietà del Comune. Sarebbe un errore gravissimo uscire dalle aziende che determinano una parte della qualità della vita dei riccionesi (pensiamo ai trasporti) e isolare Riccione dalle politiche aziendali provinciali e romagnole. Poi sarebbe un errore di economia. Non si vende il patrimonio di un Comune per mandare avanti la parte corrente di un bilancio. L’anno successivo non vi sarebbero più coperture. E una volta venduto tutto, con cosa si fa il bilancio?