Cerca
Home > Politica > TUTTA LA BOLKESTEIN DALLA A ALLA Z (terza e ultima parte)

TUTTA LA BOLKESTEIN DALLA A ALLA Z (terza e ultima parte)

  • S = Spagna. E’ stato l’esempio, “da seguire anche in Italia”, portato dalle associazioni dei balneari. Il motivo? La Spagna ha prorogato le concessioni in essere di 45 anni portando la proroga a 75 anni rispetto alla legge spagnola n. 22 del 28 luglio 1988. Messa così, ecco la riprova di un’Europa matrigna con l’Italia e benevola con la Spagna. Ma è così? No. Infatti, nella malafede dei cosiddetti esperti, si omette di presentare la reale situazione spagnola. Nel 1988 il Parlamento iberico ridefinisce la linea del demanio. Per motivi ambientali, con la legge viene spostata la linea demaniale e ampliato il demanio dello Stato. In questo spostamento della linea demaniale molte proprietà private (stabilimenti, bar, ristoranti, abitazioni, aziende artigianali, fabbriche) diventano di proprietà dello Stato. In cambio di questo esproprio (perché di questo si tratta) la legge spagnola del 1988 concedeva ai privati espropriati una concessione di 30 anni. Ovviamente nel tempo i privati espropriati hanno fatto valere le loro ragioni in molte sedi, compresa l’Europa. Alla fine la soluzione trovata è stata che l’esproprio viene “pagato” con 75 anni di concessione. In Italia si vorrebbe fare alla rovescia: utilizzare il caso spagnolo per espropriare lo Stato.
  • S = S.I.D. Il Sistema Informativo Demanio Marittimo nasce con la finalità di fornire supporto condiviso alle pubbliche amministrazioni (Ministeri, Regioni, Comuni, Capitanerie di porto, Autorità portuali, ecc.), interessate alla gestione/tutela dei beni demaniali marittimi e consentire trasparente accesso ai cittadini interessati alla loro fruizione. L’area di intervento interessa la zona demaniale marittima e la relativa fascia di rispetto dell’intero territorio nazionale per uno sviluppo di circa 7.500 km di costa, con riferimento ai quali è stata realizzata cartografia catastale aggiornata e revisionata, attualmente in conservazione presso gli Uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio. Uno strumento dunque strategico per monitorare l’utilizzo delle coste, il pagamento dei canoni, gli abusi ambientali eccetera, ma purtroppo non ancora attivato completamente per evidenti errori che vanno corretti e difficoltà di attuazione nelle varie realtà dell’Italia.
  • T = Transitorio. E’ il periodo di proroga (sostituito con “transitorio” o “congruo” per non irritare la Commissione Europea) che dovrebbe esserci prima delle evidenze pubbliche. Non si conosce ancora il numero degli anni. Il più esperto dei nostri parlamentari (non citato volutamente nella lettera P) dice che “non sarà di 30 anni ma neanche 2/3 anni”. Differenze non proprio esili. Dilettanti allo sbaraglio? Soprattutto, incertezza permanente. E intanto si bloccano investimenti ed innovazione.
  • U = Uscita. Un gruppo di opinione (esperti di cui sopra, avvocati, chioschisti, balneari, parlamentari, sindacalisti) con varie motivazioni ha sempre sostenuto che i bagnini non centravano nulla con la Bolkestein (in quanto non gestivano servizi ma beni) e pertanto dovevano uscirne e continuare con il diritto di insistenza (ovvero: la concessione è mia fino a quando non la vendo). Questa posizione non ha nessun fondamento giuridico. Infatti la Corte Costituzionale italiana nel pronunciarsi nel 2010 sentenza N. 180, sul ricorso fatto dal Governo Berlusconi contro la legge della Regione Emilia Romagna che prorogava nel 2008 le concessioni di 20 anni (a fronte di esigui investimenti) ha annullato la legge motivando, tra le altre argomentazioni, in questo modo: ”La norma impugnata determina, dunque, un’ingiustificata compressione dell’assetto concorrenziale del mercato della gestione del demanio marittimo, invadendo una competenza spettante allo Stato, violando il principio di parità di trattamento (detto anche “di non discriminazione”), che si ricava dagli artt. 49 e ss. del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in tema di libertà di stabilimento, favorendo i vecchi concessionari a scapito degli aspiranti nuovi”. Più chiaro di così. La Consulta parla di un trattato europeo, non di una Direttiva Servizi. Per dare retta ai cosiddetti esperti, dovremmo pertanto uscire dall’Europa.
  • V = Valori. Sono quelli che si sono persi in questa vicenda. Li hanno persi i tanti disposti a sostenere ad ogni costo le posizioni di certi balneari; quelli più agitati sono stati i toscani. Per difendere la lobby dei bagnini tirrenici si è scatenata la rincorsa. E nemmeno per schierarsi, ma per sdraiarsi (come su di un lettino). Valori persi dalla sinistra (tutta), dal centro sinistra, come dai “liberali e liberisti” di centro destra. Nella folta schiera sono rappresentate le Istituzioni al completo: parlamentari, sindaci, assessori regionali, comunali, provinciali eccetera. Una lobby agguerrita e minacciosa, che ha agito peraltro a vantaggio di una realtà dove si sono già prodotte evidenti (e illegali) disparità rispetto alla costa Adriatica: stabilimenti recintati e ingresso a pagamento, accesso alla battigia negato a muso duro (è dovuto intervenire una legge apposita del parlamento italiano per ribadire che l’accesso al Demanio è libero), mega ristoranti, in alcuni casi perfino alloggio per il concessionario, nonché tariffe molte più alte rispetto alle nostreanche se i canoni demaniali sono gli stessi. In questa vicenda vanno invece rimessi in campo al più presto i valori che uniscono gli interessi privati con quelli del pubblico. Ma dove debbono prevalere i secondi (il pubblico) e non il contrario. Ma soprattutto, tra i valori da recuperare vi è il concetto che arroganza, intolleranza e prepotenza non devono vincere. Altro bel valore, sarebbe smettere di “scaricare” su altre istituzioni (Europa in testa) le proprie responsabilità.
  • Z = Zero. Sono oltre 300 gli stabilimenti balneari della provincia di Rimini che hanno dichiarato reddito zero nelle denunce dei redditi del 2010.

– Fine (?)

Ultimi Articoli

Scroll Up