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TUTTA LA BOLKESTEIN DALLA A ALLA Z (seconda parte)

  • N = No. E’ stato il termine più usato da alcuni sindacalisti dei balneari. No alle aste (per altro nessuno le ha mai proposte o previste). No alla direttiva Bolkestein. No ai soprusi dell’Europa (questa tra le più curiose. Liberare il mercato da blocchi alla concorrenza e trasparenza è considerato, da taluni, un sopruso). No alle evidenze pubbliche.
  • O = Occupazione. C’è grande preoccupazione tra gli operatori balneari per mantenere competitivi i loro stabilimenti e quindi anche i livelli di occupazione a fronte di una incertezza normativa del settore che va avanti dal 2008. Tutto molto vero. Ma si potrebbe obiettare: continuare a chiedere un congruo periodo transitorio per le attuali concessioni non serve proprio a prolungare le incertezze? Oppure, anche se arrivasse la certezza di evidenze pubbliche da fare nel 2025 (interpretando alcuni esperti che dicono che non vi sarà una proroga di 30 anni, ma neanche di 2-3 anni) quanti concessionari investiranno sapendo che dopo pochi anni tornerà tutto in gioco? Permane l’impressione che alcuni problemi reali vengano usati in modo strumentale.
  • P = Parlamento. Il Parlamento italiano il 15 dicembre del 2011 approva la legge N. 217 che prevede una delega al Governo per riordinare la materia delle concessioni demaniali marittime entro 15 mesi. Il Parlamento ha anche indicato i criteri. Ne citiamo alcuni:
    a) stabilire limiti minimi e massimi di durata delle concessioni
    b) prevedere criteri e modalità di affidamento nel rispetto dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento
    c) prevedere criteri per l’equo indennizzo del concessionario nei casi di revoca della concessione demaniale
    La delega che scadeva nella primavera del 2013 non fu esercitata dal Governo per la ferma opposizione dei sindacati di categoria a qualsiasi ipotesi di regolamentazione che non fosse il mantenimento della situazione esistente.
  • P = Pertinenziali. Per rendere più complicata la materia (già abbastanza complicata) vi è una ulteriore anomalia. In Italia vi sono 250 imprese che operano con concessioni su pertinenze. Le pertinenze demaniali marittime sono quelle strutture di proprietà pubblica insistenti sul demanio e comprendono anche tutte quelle costruzioni di difficile rimozione o inamovibili. La legge finanziaria nel 2007 ha modificato il calcolo del canone per le concessioni demaniali marittime, stabilendo che, nel caso delle pertinenze, il canone annuo da versare all’erario è fissato sulla base dei valori rilevati dall’OMI – Osservatorio Mobiliare Italiano, (con incrementi tra 300% e 1.500%) generando, in questo modo, importi insostenibili per le imprese che si sono viste recapitare richieste di pagamento per oltre 500 mila euro anche a causa degli arretrati. Per esempio, un ristorante a Rimini che ricade nelle pertinenze è passato da un canone di 1.600 euro annui a circa 90 mila più gli arretrati. Oggettivamente, una norma sperequata e sbagliata perché fuori da un riordino complessivo dei canoni demaniali.
  • Q = Quantificazione. Oggi la quantificazione dei canoni ha creato grande disparità (come abbiamo visto) tra gli operatori. Disparità tra chi ha una concessione di stabilimento balneare e chi ha solo una concessione da chiosco/bar/ristorante. Il secondo paga un canone irrisorio. Disparità tra i pertinenziali e le altre concessioni. Occorre riordinare tutto il sistema dei canoni eliminando il calcolo sulla base dei valori OMI e sostituire la distinzione tra facile e difficile rimozione con l’effettiva occupazione dell’area demaniale e della tipologia di attività svolta.
  • R = Riformismo. E’ quello che non ha usato il Pd su questo tema. A quanto pare questa parte del programma di Governo di Renzi – “E’ necessario inoltre proseguire ed intensificare la politica di apertura dei mercati dei beni e dei servizi, ivi compresi quelli resi da lavoratori autonomi e liberi professionisti” – per alcuni esponenti del Pd non vale per le concessioni demaniali. “Renzismo” a geometria variabile.
  • R =Ridefinire. Ridefinire la linea di demarcazione demaniale. Ogni tanto si sente questa proposta. Cosa significa realmente? Un vero e proprio tentativo di ridurre il demanio marittimo (spiagge) e favorire una vendita delle spiagge. Una ipotesi era quella di sdemanializzare tutta l’area di spiaggia interessata dalle cabine od altri manufatti.

– a breve la terza e ultima parte

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