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TUTTA LA BOLKESTEIN DALLA A ALLA Z

  • A = Aste. Non è prevista nessuna asta per il rinnovo delle concessioni. Ciò che viene chiesto dall’Italia (Corte Costituzionale) e dall’Europa (Corte Giustizia Europea) è attivare procedure di “garanzie di imparzialità e di trasparenza e preveda, in particolare, un’adeguata pubblicità dell’avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento”.
  • B = Bolkestein. La direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE, conosciuta come direttiva Bolkestein, è relativa ai servizi nel mercato europeo comune, presentata dalla Commissione europea nel febbraio 2004, ed approvata ed emanata nel 2006. Venne così detta dall’olandese Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno della Commissione Prodi, che ha curato e sostenuto questa direttiva, che per semplicità viene indicata con il suo nome.

    Frits Bolkestein

    Frits Bolkestein

  • C = Concessione. Sono le concessioni demaniali marittime a finalità turistico ricreativa che hanno ad oggetto la gestione di stabilimenti balneari, gli esercizi di ristorazione e somministrazione di bevande, di cibi precotti e generi di monopolio, il noleggio di imbarcazioni e natanti.
  • C = Corte Giustizia Europea. Nell’ambito della sua missione, la Corte è stata dotata di ampie competenze giurisdizionali, che esercita nell’ambito delle varie categorie di ricorsi. La Corte è, in particolare, competente a pronunciarsi sui ricorsi di annullamento o per carenza presentati da uno stato membro o da un’istituzione, sui ricorsi per inadempimento diretti contro gli Stati membri, sui rinvii pregiudiziali e sulle impugnazioni delle decisioni del Tribunale. E’ quanto successo con la sentenza emessa nei giorni scorsi; secondo la Corte le concessioni demaniali in quanto “servizi su suolo pubblico” devono essere aperti alla libera concorrenza come stabilito dalla direttiva Bolkestein, una norma del 2006 entrata in vigore in Italia nel gennaio del 2010.
  • C = Canone. E’ ciò che paga il concessionario allo Stato (escluso un 10% che va a Regione e Comune). Il canone è stabilito per legge. L’ultima a cui si fa riferimento è la legge in vigore dal 2007 con rivalutazione Istat annuale dei canoni. Per una spiaggia, classificata come Categoria “B”, che vuol dire a “normale” valenza turistica (a Rimini solo la spiaggia del Grand Hotel rientra nella categoria A e paga 1,86 a metro quadrato.) si prevede un canone annuo di 0,93  euro per metro quadrato, che al massimo può raggiungere 2,65 euro al metro quadrato se trattasi di area occupata con impianti di difficile rimozione (tipo fabbricati). Si calcola che il prezzo medio della concessione per uno stabilimento in Italia non arrivi ai 4 mila euro. Mentre per una concessione di chiosco/bar/ristoranti il costo medio annuo della concessione è di circa 500 €.
  • D = Demanio. Il demanio è costituito dai seguenti beni: il lido del mare, la spiaggia, le rade e i porti; i fiumi, i torrenti, i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia. La principale caratteristica dei beni che fanno parte del demanio pubblico è la loro inalienabilità. Essi insomma non possono essere venduti (se non in forza di una specifica nuova legge) e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi.
  • E = Esperti. In questi anni di discussione sulle concessioni delle spiagge gli esperti del settore sono aumentati in modo esponenziale. In particolare si segnalano coloro che hanno sostenuto che le spiagge andavano escluse dalla Direttiva Servizi in quanto le imprese balneari, così come “delegate di servizi di interesse economico generale, (come il servizio di salvataggio) devono essere considerate come facente parte dell’interesse pubblico configurato con l’espletamento di funzioni di interesse economico generale, in quanto attraverso la loro attività generano una parte rilevante del PIL nazionale.” Della serie più guadagno (genero Pil) su beni pubblici più ho diritto a rimanerci per sempre e se possibile pagare anche poco canone.
  • F = Favole. Ciò che è stato raccontato da esperti, sindacalisti, esponenti politici sulle concessioni demaniali a fini turistici per accattivarsi la simpatia dei balneari, per qualche voto in più o qualche tessera sindacale in più. Le più clamorose: Diritto di superficie per gli attuali concessionari per 90 anni poi “ridotti” a 50 anni. Vendita degli arenili con diritto di opzione da parte dell’attuale concessionario e diritto di prelazione per l’evidenza pubblica della spiaggia. La differenza tra arenile e spiaggia la lasciamo alla libera vostra interpretazione. Doppio binario: 30 anni di proroga per gli attuali concessionari e subito evidenza pubblica per le nuove concessioni. Peccato che sulla Costa Romagnola nuove concessioni da mettere a bando non ve ne siano, se non le spiagge libere.
  • G = Gara. E’ ciò che non vogliono tanti degli attuali concessionari. Nessuna competizione, nessuna trasparenza nell’affidamento, nessuna comparazione sugli investimenti.
  • I = Investimenti. Gli investimenti fatti e non ammortizzati sulle concessioni demaniali vanno riconosciuti al concessionario uscente. Investimenti fatti e dimostrati e non ammortizzati. Questo è il principio europeo. Non altro. Gli investimenti dovranno essere anche il parametro per la durata delle future concessioni.
  • I = Inutile. Gli emendamenti definiti salva spiagge o stabilimenti. Inutili perché la sentenza della Corte di Giustizia è chiara. L’unica cosa da fare è definire con l’Europa un periodo utile per riordinare tutta la disciplina delle concessioni turistiche.
  • L = Lavoro. Si dice che si perdono 30 mila imprese e 600 milaposti di lavoro. Perché? La Corte Europea non ha chiuso le spiagge. Ha semplicemente detto che è necessario (trattandosi di bene pubblico) che ci fosse ogni tanto una evidenza pubblica. Male che vada vi saranno sempre 30 mila imprese e 600 mila posti di lavoro. E con un po’ di innovazione, forse anche qualche posto in più.
  • L = Limite. Prendere in considerazione da parte di certi concessionari (non certo tutti per fortuna) che c’è un limite a tutto. Alla decenza, al pudore e all’intelligenza collettiva.
  • M = Multinazionali. Lo spauracchio che agitano alcuni sindacalisti dei balneari. Se si fanno le evidenze pubbliche arriveranno i grandi gruppi multinazionali. Come no. I gruppi internazionali sono già in fila per mettersi a fare i bagnini a Rimini o Lido di Savio.
  • M = Malavita. Altro spauracchio che agitano alcuni sindacalisti dei balneari. Con le evidenze pubbliche arriverebbe la criminalità organizzata. Già oggi, purtroppo, in alcune parti d’Italia la criminalità organizzata sta beatamente gestendo fior di stabilimenti balneari. Forse invece sarà la volta buona che verrà eliminata.

 – a breve le restanti lettere – 

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