Tutte le maggiori località turistiche balneari italiane sono impegnate nel predisporre la stagione turistica ai tempi del coronavirus. Non vi sono ancora indicazioni puntuali dal parte del Governo, ma le regioni italiane stanno valutando diverse soluzioni.
La regione Emilia Romagna chiarisce che in caso di un cliente positivo in un hotel la struttura non dovrà essere messa in quarantena: sanificazione e controlli sugli altri clienti ma senza chiudere. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi propone di chiedere al cliente una autocertificazione sul suo stato di salute. Inoltre a Rimini le spiagge saranno aperte dall’alba a mezzanotte e sarà possibile pranzare sotto gli ombrelloni.
La Sardegna ha riunito attorno un tavolo di lavoro subito operativo i maggiori rappresentanti della filiera turistica lanciando il progetto “Sardegna Isola Sicura”. L’isola in questi giorni registra zero nuovi contagi. Oltre ai classici protocolli sanificazione, mascherine e distanziamento dall’aeroporto alla spiaggia, in Regione si sta pensando di proporre, insieme al pacchetto viaggio più hotel, anche un voucher-tampone Covid-19. L’idea è quella che quest’estate in Sardegna si potrà andare solo si sarà in grado di dimostrare di essere negativi al coronavirus. Un vero e proprio passaporto sanitario per la sicurezza di tutti.
Sulla stessa linea della Sardegna anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: “Stiamo pensando a misure molto rigide a tutela della salute, che consenta a chiunque decida di passare le vacanze in Puglia di effettuare tamponi all’entrata delle strutture turistiche per garantire tutti gli altri ospiti”.
Anche il Friuli Venezia Giulia prepara la fase 3 ipotizzando la riduzione della densità degli ombrelloni, accesso ai servizi tramite braccialetto fornito all’ingresso, aree perimetrate, prenotazione online e servizi sotto l’ombrellone.
Vacanze sotto sorveglianza anche nel Lazio, dove l’idea allo studio è quella di un braccialetto elettronico per andare al mare che dovrebbe segnalare la distanza troppo ravvicinata con un’altra persona. Rischiando dunque un micidiale incrocio di bip bip in spiaggia. Idea presa in considerazione anche a Pompei, come riferisce La Repubblica – Lazio.
In Veneto si sta lavorando alla redistribuzione degli spazi sulla spiaggia (con distanziamento degli ombrelloni, percorsi dedicati di accesso e attenzione a non creare promiscuità e assembramenti), sanificazione (non solo di bagni, docce e ambienti comuni, ma anche di ombrelloni, sdraio e lettini), divieto di stazionamento e prenotazione e vendita da remoto di ingressi e servizi. Su questo lavorano i balneari veneti che, forti anche dell’ampiezza dell’arenile che in alcune zone si sviluppa su oltre 400 metri, pensando anche alla creazione di spazi in spiaggia fino a 50 metri quadrati, una sorta di “appartamento” al sole a disposizione delle famiglie.
In Campania le località turistiche più importanti stanno lavorando a protocolli sanitari per rilevare la temperatura ai varchi nel Cilento, ma anche numero chiuso e vigili tra i bagnanti in costiera amalfitana. A Ischia si pensa a piattaforme galleggianti davanti alle spiagge, ‘isole’ per 2/3 persone dotate di lettini e riparate con un tetto di foglie.
Il presidente della regione Sicilia Musumeci ribadisce: ”Siamo una delle regioni più sicure” sotto il profilo del numero di contagi, “ma non apriamo le porte dell’isola senza cautele”, cominceremo con “il turismo autoctono”, e “si potrà anche aprire all’estero se i dati epidemiologici ce lo consentiranno”. La Regione Sicilia pensa a disciplinare quei segmenti del turismo che possono ripartire come quelli naturalisti e ambientali, che non creano assembramenti.