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Turchini, tutta la nostra storia in 600 pagine

Angelo Turchini. “Storia di Rimini. Dalla preistoria all’anno Duemila” Il Ponte Vecchio.

Angelo Turchini, docente di archivistica dell’Università di Bologna, campus di Ravenna, ha prodotto questo denso volume (quasi 600 pagine) in cui, in colaborazione con Cristina Ravara Montebelli, ha ripercorso la storia di Rimini dalla preistoria all’anno 2000. E’ il secondo atto di un progetto culturale del CONAD Romagna: l’anno scorso era uscito il volume su Forlì (“Storia di Forlì. Dalla preistoria all’anno Duemila” a cura di Sergio Spada, Marco Viroli, Mario Proli); quest’anno Rimini, l’anno prossimo Ravenna, ed infine un volume sulla Romagna.

E’ difficile addentrarsi in questa lunga cavalcata fra i secoli di Turchini, giocando al c’è e non c’è. E’ chiaro che l’Autore ha privilegiato temi, aspetti a Lui più cari, trascurandone invece altri. Non può che essere così. Allora preferisco soffermarmi su due capitoli tematici: il primo e l’ultimo del libro.

Nel primo, “Fra storia e memorie”, Turchini ripercorre la storiografia generale su Rimini, a partire dal “Sito riminese” di Raffaele Adimari del 1616. Per sostenere poi che Luigi Tonini, fra il 1848 e il 1888, “ha offerto alla città una solida e invidiabile storia municipale d’indubbio valore, un vero e proprio monumento in cinque volumi” (“La storia civile e sacra riminese”). Il reprint di quest’opera nel 1971 (riedita da Bruno Ghigi) “segna il punto d’avvio per una nuova riflessione sulla storia locale”. Il primo frutto fu “La storia di Rimini dal 1800 ai giorni nostri”, diretta da Luigi Lotti, edita fra il 1977 e il 1981 in 6 volumi, sempre presso Ghigi. Nel 1977 uscirono anche per Maggioli i 2 volumi di Nevio Matteini “Rimini negli ultimi due secoli”. Ed infine la “Storia illustrata di Rimini e del riminese”, diretta e curata da Piero Meldini ed Angelo Turchini, uscita in 80 fascicoli settimanali raccolti in 4 volumi usciti fra il 1990 e il 1991 edita da Nuova AIEP.

Successivamente uscirono altri 2 volumi, assai diversi fra loro: il primo, “Storia di Rimini” di Oriana Maroni e Maria Luisa Stoppioni presso il Ponte Vecchio Editore nel 1997, libro agile e snello rivolto alle scuole dell’obbligo; il secondo “Storia di Rimini. Dall’epoca romana a Capitale del turismo europeo” nel 2004 ancora per i tipi di Bruno Ghigi.

Ed infine Turchini a conclusione del capitolo tratta di temi metodologici a lui cari: “Volendo, il lavoro di ricerca, di lettura, di presentazione e di interpretazione del passato anche recente non manca, ma le opere divulgative su Rimini sono poche, essendo impresa difficile e ardita contenere una storia millenaria in poche centinaia di pagine”. Inoltre aggiunge: “La passione per la storia coinvolge numerose persone, ma l’azione di scrivere storia richiede anche metodo e prospettive di lavoro, spesso entrambi carenti”.

“Guardiamo al passato, per comprendere meglio il presente e per costruire il futuro”, ci ricorda Marc Bloch. “La storia è una, ma presenta molte sfaccettature, declinandosi in molti modi, da quello economico, sociale a quello culturale, religioso e politico, da quello della mentalità a quello della vita materiale e così via”. Ma conclude Turchini: “La conoscenza della storia locale ha avuto apporti fecondi in ogni età, con gli strumenti e gli interessi suoi propri; la riflessione e la rilettura sono costanti del lavoro storico. Carenze e lacune non mancano, ma stimolano ad affrontare l’ombrosa, intricata selva, sostando nelle soleggiate radure muniti dei necessari strumenti di orientamento”. Con un ultimo avviso: “noi tendiamo a confondere storia e memoria: sono due terreni completamente diversi, nel senso che la memoria è una fonte (parziale oltretutto) della storia”.

Nell’ultimo capitolo, “Ambiente, sviluppo storico, società e vita: appunti fra storia degli avvenimenti e lungo periodo”, Turchini estrapola dalla pura cronologia una serie di temi a lui cari, lanciando quasi un invito ai lettori (e agli studiosi) a riprendere queste tematiche, ad approfondirle: il territorio, con una particolare attenzione alla zona del porto; il clima, con le conseguenze che variazioni atmosferiche possono provocare (alluvioni ad es. del Marecchia); i terremoti. Ma anche la conoscenza della vita vissuta nelle nostre campagne, con i riti e i tempi di lavoro. E poi le donne di Rimini: da Francesca a Isotta, dalle monache di Santa Chiara alle donne del Risorgimento e della Resistenza. Ed infine i bagni e la nascita dell’industria turistica. Tante piccole provocazioni per richiamare l’attenzione su temi, il più delle volte noti a livello superficiale, ma che invece lo storico vorrebbe che fossero approfonditi a livello scientifico, con gli strumenti e le conoscenze proprie del mestiere.

Nella presentazione del volume, Andrea Gnassi, Sindaco di Rimini, scrive che identità e appartenenza sono per una comunità il fondamento di una qualsiasi idea di progresso, e ciò per la buona ragione che “è molto più facile perdere la strada per la meta se non si sa da dove si viene”.
Tuchini ha provato a darci questa conoscenza.

Paolo Zaghini

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