La Guardia di Finanza con una nota di venerdì 17 aveva resa pubblica l’indagine nei confronti di una società con sede in Rimini che “gestisce alcuni alberghi e che ha richiesto ed ottenuto un finanziamento garantito dallo Stato di circa 600 mila euro il cui profilo è apparso da subito critico e meritevole di ulteriori indagini, destinato alla realizzazione di fabbricati ed opere murarie e acquisto di macchinari, impianti ed attrezzature, entro 9 mesi dall’erogazione. Tali interventi non risultano mai essere stati effettuati e pertanto la società, che non risulta peraltro intestataria della proprietà o di contratti di locazione di alcun immobile, non avrebbe correttamente impiegato le somme ricevute.”
“Requisito per l’ottenimento del finanziamento – continua la nota della GdF – era inoltre la presentazione di un progetto di investimento la cui copertura era al 20% di risorse proprie e 80% dal citato finanziamento. Dalle investigazioni è emerso che la società avrebbe ricevuto le somme necessarie a coprire la quota di sua spettanza, circa 200 mila euro, da due società che ne detenevano la proprietà ma riconducibili allo stesso alveo familiare, salvo poi restituirle ad una delle due dopo l’ottenimento del finanziamento, a pagamento della vendita di mobilio che, dalla documentazione acquisita, non risulterebbe mai essere avvenuta”.
Per queste ragioni vi è stato un sequestro preventivo per oltre 600.000 euro.
Gli indagati, come riportano i quotidiani locali, sono tutti appartenenti alla famiglia Paesani. I fratelli Lucio e Carlo e il padre Luciano Paesani. Sono imprenditori molto noti a Rimini per lo loro attività nel mondo del turismo. Dalla ristorazione ai locali della notte alle strutture ricettive. Lucio Paesani ha partecipato con una sua lista anche alle recenti elezioni amministrative del comune di Rimini sostenendo il candidato del centrodestra Enzo Ceccarelli. La lista “Noi amiamo Rimini” non ha eletto nessun consigliere.
L’avvocato Paolo Righi ha rilasciato dichiarazioni alla stampa locale dove precisa che “i miei assistiti non c’entrano nulla. Siamo certi che l’intera vicenda si chiuderà positivamente e in tempi rapidi”.
Secondo una prima ricostruzione del legale dei Paesani ci sono stati dei ritardi nel completare il progetto oggetto del finanziamento a causa del Covid che ha rallentato la progettazione privata e il lavoro dei pubblici uffici.
Nelle prossime settimane si vedrà come evolve l’indagine della Guardia di Finanza e della Procura di Rimini.
(Nell’immagine in apertura, Lucio Paesani)