Troppi tamponi da fare agli studenti e AUSL Romagna chiede di cambiare i protocolli per le scuole. A Rimini come a Ravenna si sono formate lunghe file nei drive-through dove si effettuano i test, tanto da creare problemi alla circolazione stradale. Il 30% dei nuovi positivi ha meno di 18 anni e il sistema di tracciamento non riesce a star dietro all’enorme mole di lavoro cui sono sottoposti i 90 addetti. La maggior parte dei minori contagiati è rappresentata da bambini delle elementari e degli asili.
Secondo le regole attuali, per ogni bambino positivo vanno tracciati almeno una ventina di soggetti entrati in contatto con lui. Ma se il piccolo fa attività extra-scolastiche come sport e catechismo possono essere anche 70 le persone da testare. Inoltre vanno effettuati due tamponi all’intera classe dell’alunno contagiato, a distanza di cinque giorni l’uno dall’altro.
La direttrice della sanità pubblica di AUSL Romagna Raffaella Angelini dichiara al TGR Emilia Romagna che “questa situazione non si era mai verificata dall’inizio della pandemia”. E spiega: “Questo è l’effetto di questo sistema scolastico che è molto impegnativo. In questo mometno in cui la circolazione del virus è così forte, è difficile reggerlo e forse non è neanche così produttivo”.
I casi positivi devono essere presi in carico dalla AUSL entro le 24 ore. Per ciascuno vanno comunicate la durata della quarantena e la fine dell’isolamento. Ma ora che sono centinaia e centinaia al giorno, il carico di lavoro delle strutture sanitarie rischia di farsi insostenibile
Per questo la dottoressa Angelini propone di cambiare i protocolli delle scuole: “Bisognerebbe accettare qualche giorno di dad, spostanto il primo tampone di quattro, cinque giorni”. E su questa ipotesi starebbero lavorando le Regioni.
Intanto l’efficacia dei vaccini anti Covid continua a confermarsi molto elevata, soprattutto nel prevenire i ricoveri in ospedale, in terapia intensiva e i decessi.
A confermarlo ancora una volta l’ultimo Report dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia-Romagna, che ha analizzato l’incidenza del Covid-19 e delle sue conseguenze sul territorio nelle settimane comprese dal 21 ottobre al 17 novembre.
Nei vaccinati con ciclo completo, l’incidenza di infezioni che comportano il ricovero in terapia intensiva si mantiene contenuta in tutto il periodo, mentre ciò non avviene per i non vaccinati, dove continua ad essere molto elevata: nelle ultime 4 settimane il rischio – standardizzato per età e classe di fragilità clinica/complessità assistenziale – per i non vaccinati è 2,8 volte maggiore di infettarsi rispetto ai vaccinati; 4,5 volte maggiore di essere ricoverati in ospedale e 10,9 volte maggiore di ricovero in terapia intensiva.
Nonostante una leggera riduzione della protezione con il passare dei mesi, al 15 novembre l’efficacia media del vaccino – rispetto al monitoraggio del 30 giugno – nel prevenire le infezioni è comunque pari al 76,9% e all’87,8% la copertura rispetto ai ricoveri. Ancora molto elevata la protezione nei confronti dei ricoveri in terapia intensiva (89,1%) e dei decessi (90,5%). Nelle settimane prese in esame si sono rilevati 123 decessi, 91 dei quali nella popolazione over 80; i restanti 32 si sono verificati nella classe di età 40-59 (3) e in quella 60-79 anni (29): l’incidenza di decesso in queste due ultime classi di età è 1,5 volte superiore nei non vaccinati rispetto ai vaccinati.
“I dati – afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – confermano ancora una volta che il vaccino fa la differenza, e che le persone non vaccinate corrono rischi molto maggiori di contrarre l’infezione, di essere ricoverati, anche in terapia intensiva, e di morire-. Fondamentale è vaccinarsi e procedere speditamente con la terza dose”.
Un focus specifico del Report è stato fatto sulle prime due categorie ad essere partite con la somministrazione: gli operatori sanitari e gli anziani residenti in strutture residenziali che hanno completato il ciclo. L’efficacia del vaccino si mantiene elevata, assestandosi mediamente intorno all’88% rispetto alle infezioni e al 97,95% relativamente ai ricoveri ospedalieri, nonostante un trend in leggera riduzione.
Nel complesso, l’efficacia si riduce leggermente nelle persone vaccinate da più di 6 mesi: 75% nei confronti delle infezioni, 80% dei ricoveri ospedalieri. E in effetti se da un lato il Report conferma come nella popolazione emiliano-romagnola tra fine luglio e metà novembre l’incidenza di infezioni sia sempre più elevata tra i non vaccinati, dall’altro evidenzia come il trend sia in aumento nell’ultimo periodo anche tra i vaccinati: questo si spiega con il calo, nel tempo, della protezione del vaccino.
Stessa considerazione anche per l’incidenza di ricoveri in ospedale, che è sempre significativamente più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati; anche per questi ultimi si osserva un aumento nell’ultimo periodo, in parte legato alla riduzione della protezione con il passare dei mesi, in parte al fatto che tra i vaccinati vengono ricoverati soprattutto anziani con comorbidità.possono essere anche 70 le persone da testare.
ll Report è disponibile sul sito dell’Agenzia, al link https://assr.regione.emilia-romagna.it/pubblicazioni/rapporti-documenti/monitoraggio-campagna-vaccini-anticovid19-rer112021