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Tra schwa e asterischi: in Cineteca “La lingua che cambia”, l’incontro con Manuela Manera

Rappresentare le identità di genere, creare gli immaginari, aprire lo spazio linguistico. Domani, venerdì 18 marzo alle ore 17 nella Cineteca comunale (Biblioteca Gambalunga), Manuela Manera presenta il suo libro “La lingua che cambia”, in dialogo con Vera Bessone del Coordinamento Donne Rimini. Introduce Chiara Bellini, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Rimini.

 

L’incontro, promosso dall’associazione di volontariato Coordinamento Donne Rimini, è il primo appuntamento del ciclo “Parla con lei. Sapienza contro violenza” ed è inserito nel calendario di iniziative “L’otto sempre – 1922/2022” che propone un mese di incontri, dibattiti, conferenze, spettacoli e concerti dedicato alle donne. Un cartellone frutto di una programmazione corale che vede il Comune di Rimini insieme alle associazioni che hanno aderito alla costituzione della Rete Donne Rimini.

 

Il volume “La lingua che cambia” di Manuela Manera (Eris editore, 2021) mette al centro la discussione sulla lingua e sull’uso di asterisco e schwa che negli ultimi anni, si è conquistata un posto di primo piano nel dibattito collettivo. È facile storcere il naso di fronte a un asterisco o una schwa e dire che «i problemi sono ben altri» e ci sarà un motivo se «si è sempre detto così».

Questa è una visione della lingua come qualcosa di chiuso, definito, immutabile, in cui il maschile è sempre universale, il femminile subalterno, e chiunque esca dai confini di questo binarismo non può mai essere presente nei discorsi e nelle narrazioni. Ma non è così: la lingua è uno strumento che cresce e si modifica in base alle necessità della comunità che la utilizza.

La realtà crea la lingua, ma è anche la lingua a creare la realtà. E la lingua è anche uno spazio in cui ogni persona deve poter stare. Nello spazio linguistico che abitiamo e nel quale ci muoviamo a chi è riconosciuto il diritto alla cittadinanza linguistica? Quali soggettività possono autodeterminarsi e quali invece sono discriminate e marginalizzate, oggetto di racconto altrui, ostacolate nel prendere parola in modo autentico? In questo libro Manuela Manera riflette sull’importanza di utilizzare la lingua per far sì che ogni persona possa sentirsi inclusa nei discorsi e nelle narrazioni e su quali sono le strategie possibili per rappresentare tutte le soggettività attraverso la lingua.

 

Dopo il dottorato di ricerca in Italianistica presso l’Università di Torino, Manuela Manera ha proseguito gli studi come libera ricercatrice occupandosi di gender studies e linguistica. Lavora come professoressa di lettere precaria, conduce corsi di formazione sul tema “linguaggio e genere”, è collaboratrice editoriale, autrice di articoli su varie testate e riviste, fa parte del comitato scientifico del CIRSDe, è attivista transfemminista.

 

Il ciclo di appuntamenti “Parla con lei. Sapienza contro violenza” prosegue sabato 26 marzo (Museo della Città, Sala del Giudizio, ore 17) con “Olympe de Gouges e noi. Educare alle differenze, lottare per l’autodeterminazione, praticare la libertà”, incontro con Thomas Casadei e Vittorina Maestroni, in dialogo con Vera Bessone del Coordinamento Donne Rimini. Introduce Chiara Bellini, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Rimini.

 

Entrambi gli incontri sono a ingresso libero, nel rispetto delle normative anti Covid.

 

 

In allegato una foto di Manuela Manera, la copertina del volume e il manifesto del cartellone di iniziative “L’otto sempre”.

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