I rappresentanti del Comitato per l’Oasi di Torriana e Montebello sono stati invitati dall’assessore regionale all’Agricoltura e Caccia, Alessio Mammi e dall’assessora regionale alla Programmazione territoriale, Barbara Lori, ad un incontro in videoconferenza per discutere dell’Oasi, che si terrà martedì 16 febbraio.
“Parteciperemo all’incontro con una proposta concreta – spiegano dal Comitato – che riteniamo di buon senso e che qui anticipiamo nelle linee generali.
L’istituzione dell’Oasi nel lontano 1992 faceva parte di una strategia di integrazione costa-entroterra ben più vasta, che comprendeva il recupero delle emergenze storiche, la creazione del sistema dei percorsi ciclo pedonali che uniscono il mare con l’Appennino, il Centro di Didattica Ambientale diventato uno dei centri di interesse, meta da anni di centinaia di scolaresche da tutta la Valle del Marecchia per visite guidate e laboratori di educazione ambientale.
Gli investimenti pubblici sono stati trainanti anche per le attività economiche locali, che hanno trasformato l’Oasi in una opportunità di crescita nel rapporto natura-turismo della riviera Romagnola con prodotti tipici e servizi di eccellenza. Il miele, i tartufi, i melograni, il vino, la cucina con i sapori della tradizione, i percorsi a cavallo in mezzo alle emergenze storiche e culturali come il monastero di Saiano o il borgo fortificato di Montebello, in un ambiente di rara bellezza caratterizzato dalla presenza di esemplari di flora e fauna fra i più rari e protetti, (non per niente questo luogo è un SIC – Sito di Interesse Comunitario): il lupo, il falco pellegrino che nidifica anche sopra la scuola di Torriana, il Biancone e l’Albanella minore, non certo scomparsa, moltissime altre specie di fauna “minore” (Insetti) e di flora spontanea, quali ad esempio le orchidee con più di 20 specie.
Non ci interessa partecipare all’incontro per uno sterile dibattito sulla caccia: vogliamo invece dare un contributo per risolvere i problemi creati dall’eccessiva presenza di cinghiali e al contempo valorizzare l’identità di questo scrigno di bellezza, risorsa per l’auspicata “transizione ecologica” tenendo comunque presente che gli incidenti stradali per la fauna selvatica sono provocati al 86,3% dai caprioli, i danni in agricoltura nella provincia dal 2008 al 2018 con l’Oasi chiusa sono dimezzati e con la caccia in braccata anche nell’Oasi sono stati abbattuti gli stessi cinghiali degli anni precedenti con l’Oasi chiusa alla caccia. Questa è la nostra proposta in tre punti, a cui si aggiunge ovviamente la richiesta di ripristino dei confini originali dell’Oasi.
SOSPENSIONE DELLA CACCIA COL METODO DELLA BRACCATA
Immediata approvazione del “provvedimento limitativo”, indicato dall’assessora regionale all’Agricoltura e Caccia nella scorsa legislatura, per escludere la braccata ai cinghiali in tutto il perimetro della vecchia Oasi, pratica devastante per il delicato equilibrio eco sistemico della zona.
PIANO STRAORDINARIO DI EFFICACE CONTENIMENTO DEI CINGHIALI
Avvalendosi di esperti e delle migliori professionalità, un serio monitoraggio della specie e modalità di cattura selettive, quali i chiusini mobili che non provocano l’allontanamento dei cinghiali inseguiti dai cani nelle aree urbane e nei campi coltivati, concentrando le braccate nei territori esterni al confine della vecchia Oasi per catturare i cinghiali ormai insediati nelle aree agricole e/o fuggiti dai boschi interni.
APERTURA DI UN REALE CONFRONTO PER IL FUTURO DELL’OASI E DEL TERRITORIO
Vogliamo consolidare il dialogo con le istituzioni, aprendo il confronto e il dibattito sull’area alla presenza di esperti riconosciuti, dei cittadini, dell’associazionismo, del mondo produttivo. Riteniamo come opportuna sede l’Osservatorio Naturalistico, che può diventare un luogo di eccellenza per approfondire e sviluppare temi che riguardano il rapporto natura-turismo-educazione ambientale.
Crediamo che tutto si possa fare in poco tempo e con poca spesa. Speriamo di trovare ascolto”.