Cna Balneatori, sul sentiero di guerra al Sun di Rimini contro la Bolkenstein e la legge delega sulle concessioni balneari attualmente in cantiere, è «sgomenta», per «le demoralizzanti anticipazioni sulla riforma delle concessioni balneari pronunciate dal deputato Tiziano Arlotti».
Di qui il presidio di protesta organizzato questa mattina all’ingresso della Fiera insieme al “Comitato salvaimprese”.
Poi l’assemblea di Cna balneatori, dove il leader Cristiano Tomei ne ha per tutti.
Per gli altri sindacati: «Si danno le evidenze pubbliche come inevitabili, ma non ci è stato ancora presentato un testo su cui basarsi per avviare un vero negoziato. Chiediamo di averlo subito per poterlo sottoporre all’approvazione dei balneari, che sono i diretti interessati al futuro delle loro imprese: questa sarebbe l’unica strada democratica, invece pare che si stia lavorando sottotraccia con la complicità di altri sindacati. All’ultimo incontro con il ministro agli affari regionali Enrico Costa, a ribellarsi oltre a Cna c’è stata solo Itb Italia e anche Assobalneari-Confindustria a quanto pare si è dissociata, dal momento che non parteciperà all’assemblea di domani insieme a Sib, Fiba e Oasi».
Per il governo: «Le evidenze pubbliche non sono l’unica strada possibile e lo abbiamo dimostrato con i nostri avvocati: chiediamo il legittimo affidamento delle concessioni, in nome del contratto di rapporto fiduciario che ci ha consentito il rinnovo automatico per costruire le nostre imprese. Non crediamo agli atti formali, ai piani di investimento, ai meccanismi di premialità o agli indennizzi: sono solo storielle che ci raccontano per portarci dritti all’asta; oltretutto nemmeno la Commissione europea è d’accordo con questi paletti, come avete letto dal verbale dell’incontro tra il sottosegretario Sandro Gozi e il commissario Lowri Evans. Le imprese sono nostre e non accetteremo nient’altro che il legittimo affidamento per le attuali concessioni. A evidenza pubblica possono andarci le spiagge libere: secondo i dati che ci sono arrivati da 250 Comuni costieri, si tratta del 48% dei litorali, che significa che sulle coste italiane c’è posto per tutti. Per dimostrarlo siamo pronti anche a tornare in piazza come a Bologna nel 2012».