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Tiziano Arlotti: “Sospensione della crescita automatica dell’età pensionabile”

Dichiarazione dell’On. Tiziano Arlotti a margine dell’incontro con i sindacati, a Bologna, sul tema delle pensioni:

Questa mattina con alcuni colleghi parlamentari PD dell’Emilia-Romagna ho partecipato a Bologna ad un incontro richiesto da Cgil, Cisl e Uil regionali, legato in particolare al tema delle pensioni e della età pensionabile, anche in vista della approvazione della Legge di Bilancio.

E’ giusto si ragioni su un rinvio o una sospensione della crescita automatica dell’età pensionabile, anche per valutare poi quali interventi complessivi possano essere utili per garantire tutti i lavoratori rispetto all’attuale organizzazione del mondo del lavoro. Ed è importante che ci sia a livello nazionale un tavolo di confronto fra organizzazioni sindacali e Governo. Come parlamentari ci impegniamo a favorirne un esito positivo, in un impegno unitario e costruttivo nell’ambito del dibattito in corso nel PD e nel centrosinistra.

Nel mio intervento ho in particolare evidenziato che i temi del lavoro e delle pensioni sono strettamente connessi. Soprattutto c’è necessità di favorire il turnover con politiche di incentivazione che già nel corso del 2017 hanno dato risultati importanti. Penso al taglio delle penalizzazioni, abolite con la legge di Bilancio 2017 per il lavoratori precoci, così come alla ricongiunzione non onerosa fra fondi previdenziali, che altrimenti era fortemente penalizzante. La stessa Ape sociale, con il riconoscimento per chi ha maturato 41 anni di contributi, ha già consentito l’uscita di 66mila lavoratori, a cui si aggiungono quelli dell’Ape volontaria. E’ probabile che nel corso del 2017 si arrivi a 100mila lavoratori che si pensionano, creando l’opportunità ad altrettanti giovani di inserirsi nel mondo del lavoro. A Rimini significa che circa 1000 persone potranno beneficiarne.

Per questo sosterremo un intervento specifico di abbattimento della contribuzione e di successivo taglio strutturale del cuneo fiscale per giovani fino a 32 anni e per categorie legate ai lavori usuranti e gravosi, così come per rinnovare l’Opzione donna e riconoscere il lavoro di cura che ricade in gran parte sulle spalle femminili.

Nei prossimi 4 anni circa 500mila lavoratori della pubblica amministrazione andranno in pensione e per questo occorre prevedere la stabilizzazione dei precari come indicato dalla riforma Madia e l’assunzione attraverso concorsi di altrettanti impiegati che abbiano titoli e competenze adeguate per sostenere il processo di innovazione e digitalizzazione della Pa“.

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