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Tiziano Arlotti aderisce al Giubileo dei Carcerati

Aderisco senza indugio al Giubileo dei Carcerati, indetto per domani, 6 novembre, nell’ambito del Giubileo della Misericordia proclamato da Papa Francesco. L’auspicio è che questo grande evento giubilare sia un ulteriore passo per rinnovare profondamente il nostro modello di detenzione, garantendo la sicurezza della comunità e al contempo consentendo ai detenuti il recupero e l’integrazione attraverso l’istruzione, il lavoro, l’apertura alla società esterna, come ha avuto modo di osservare anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’anniversario della fondazione della Polizia penitenziaria.

Recentemente il nostro Paese è stato indicato dal Consiglio d’Europa come esempio da seguire per affrontare il sovraffollamento. Nel corso di questa legislatura abbiamo infatti messo in atto diverse azioni che hanno avuto, tra gli effetti, anche la riduzione della popolazione carceraria, riconosciuta dalla stessa Corte Europea dei diritti dell’uomo che ha apprezzato il lavoro fatto, i risultati raggiunti dalle riforme adottate e le riforme in itinere. Penso ai provvedimenti in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto, alla riforma del processo penale, al D.L. 92/2014 per interventi in materia penitenziaria, alle misure cautelari personali, la depenalizzazione e abrogazione di reati, le pene detentive non carcerarie, la messa alla prova. Certo, c’è ancora del lavoro da fare per rendere il sistema carcerario aderente al dettato dell’articolo 27 della Costituzione sulla funzione rieducativa della pena e sull’umanità dei trattamenti. Ritengo che il tema centrale nell’affrontare il tema delle carceri sia proprio la loro umanizzazione. Dobbiamo mettere in campo interventi e risorse che rendano il recupero il primo strumento per la diminuzione drastica del tasso di recidiva, che con il 56% resta ancora fra i più alti in Europa. Occorre rafforzare la concezione rieducativa della pena e del carcere come riabilitazione per i detenuti, puntando sulle opportunità di formazione, di lavoro e di rapporto con la società dentro e fuori dalle mura penitenziarie.

Giustizia, umanità, rieducazione sono i valori di fondo che condivido e che devono guidare il nostro lavoro parlamentare sul tema dei detenuti e del carcere, affinché la reclusione, come ha affermato Papa Francesco, non sia esclusione, bensì parte di un processo di reinserimento nella società. Circa il tema dell’amnistia, credo che il nostro compito sia continuare sulla strada delle riforme e degli interventi intrapresi in materia di giustizia, in modo da non prevedere l’estinzione del reato una tantum, bensì riformare il nostro modello di detenzione in forma strutturata e strutturale”.

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