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Tirincanti: “Tosi inadatta a fare il sindaco, torni a fare la piada”

Big Luciano non ci sta. L’ormai ex vice sindaco di Riccione controbatte punto per punto alle accuse che gli stanno piovendo addosso. E non certo usando il fioretto, ma sparando a palle incatenate.

Luciano Tirincanti, come mai il sindaco Renata Tosi è caduta così?

“Intanto vorrei dire che il sindaco non è mai stato sindaco un giorno nella nostra città”.

In che senso?

“Renata Tosi ha solo pensato a punire i nemici e gratificare gli amici. Non è mai stata il sindaco della città. Quando si assume questa carica, si deve essere il sindaco di tutti, anche di quelli che non ti hanno votato. Ed è pacifico che con la maggioranza che ti sostiene ci sia un confronto”.

Non c’è stato?

“Mai. Abbiamo vissuto questo due anni e mezzo nell’improvvisazione assoluta. Mai programmare niente. Lo dimostrano i risultati: abbiamo fatto tante cose, ma senza mai dare segnali importanti sulle questioni davvero strategiche per Riccione”.

Per esempio?

“È grave che non abbiamo fatto, appunto, interventi strutturali di cambiamento. Abbiamo sì realizzato ottimi eventi, abbiamo ridato un po’ di orgoglio alla città, questo è vero. Ma quando noi ponevamo i temi davvero decisivi, come il porto, il centro sportivo, piazza Unità, la Tosi li rifiutava. Perché secondo lei erano operazioni dell’assessore Carlo Conti, quindi non le appartenevano. Ma qui non siamo in Venezuela e non abbiamo regine attorniate da suoi sudditi”. 

Ma avevate ancora due anni di tempo, non si poteva trovare un’intesa almeno sulle partite più rilevanti?

“Per poterlo fare bisognava appunto stare attorno ai tavoli, confrontarci, darci un’organizzazione, programmare i lavori pubblici, dire chi e cosa fare. Ma questo è il lavoro del sindaco! E non l’ha mai fatto, su niente. È questo che abbiamo continuato a chiedere per due anni e mezzo. Con le buone e con le meno buone, io personalmente come i gruppi di maggioranza”. 

Però adesso voi siete additati come i traditori. Cosa rispondete?

“Renata Tosi è morta della sua arroganza. Quanto è successo con Unione Civica, per esempio, è solo conseguenza delle sue trame. Ha creato disagio, cercando di dividere le forze politiche che la sostenevano invece di unire e confrontarci sulle problematiche della città, si pensava a fare la guerra. E allora i traditori siamo noi? Domani sui giornali ci sarà qualcosa anche riguardo a questo”.

E in Forza Italia? Si sentono voci discordanti. Cosa succede adesso?

“Discordanti fino a un certo punto. Comunque una cosa la voglio dire chiaramente: io sono in Forza Italia e non ho nessuna intenzione di andarmene. Perché vada via devono cacciarmi.”

Tornando a Renata Tosi, lei si è già ricandidata. Cosa ne pensa?

“Penso quello che ormai hanno capito tutti i riccionesi: Renata Tosi non è adatta a fare il sindaco. Non è all’altezza di svolgere questo ruolo. Seconda cosa sulla ricandidatura: non è un caso che avvenga appena 24 ore dopo la sua decadenza . Possibile? Non viene il dubbio che questa crisi non l’abbiano voluta proprio quelli di Noi Riccionesi? Magari per giocare d’anticipo e andare a elezioni, magari mentre anche le opposizioni sono in difficoltà, vedi la situazione del Pd e di Oltre. Altrimenti non si spiegherebbero  questi dinieghi ostinati, ripetuti ad ogni apertura nei confronti dei suoi alleati. Un disegno per passare da vittima, una volta che si è resa conto di non riuscire a portare a termine nulla. E poi, per stare solo agli ultimi tempi, la Tosi sapeva benissimo che sarebbe caduta a marzo, sul bilancio. E noi abbiamo accelerato proprio per questo, per non consegnare la città a un commissario per un anno e mezzo, perché cadere in quella data avrebbe significato questo. E la città questo non non lo merita e non se lo può permettere. Ma poi c’è dell’altro che lascia sbalorditi”.

Cosa? 

“Renata Tosi è stata sconfitta due volte. Ha terminato il suo incarico in questo modo a metà mandato e per le ragioni che ho detto. Qualsiasi persona al mondo avrebbe fatto le sue verifiche e si sarebbe dimessa da sola e senza nemmeno pensare di ricandidarsi. Se avesse un po’ di dignità, starebbe a casa a fare la piada. Invece di andare a farla da Don Giorgio, può tornare a farla a casa sua”.

Stefano Cicchetti

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