A Rimini ospitalità ai profughi ucraini, ma a pagamento. Lo ha raccontato oggi un servizio andato in onda nel TRG Rai dell’Emilia Romagna.
“Ombre sull’accoglienza”, è il titolo del reportage firmato da Serena Biondini. Nell’intervista una profuga ucraina racconta che un albergatore le avrebbero chiesto denaro per la stanza che occupava: 60 euro al giorno. La donna disponeva di soli 300 euro, pertanto avrebbe potuto restare solo cinque giorni, poi sarebbe dovuta andare via. Tutto questo in “un albergo che si fregia di accogliere i profughi gratis”, specifca il servizio.
La donna era fuggita dalla guerra insieme alla madre anziana e alla figlia minorenne. Al momento di pagare però l’albergatore, forse temendo di essere filmato dal telefono che la donna teneva in mano, non ha più preteso la cifra. Le tre profughe hanno comunque dovuto cercare un’altra sistemazione.
E non sarebbe neppure l’unico caso: un’altra rifugiata ha denunciato una storia simile. E ora le Forze dell’Ordine stanno svolgendo ulteriori accertamenti, dopo quelli già annunciati due giorni fa dalla ministra Lamorgese proprio sulla situazione riminese. C’era già state accuse su pullmini partiti da Rimini appositamente per prelevare profughi da trasferire in hotel.
“Nessuna di queste strutture ha i requisiti richoesti – ha detto sempre alla Rai il Prefetto di Rimini dopo le prime verifiche – non potranno firmare alcuna convenzione con lo Stato”.
A Rimini ci sono oltre 4 mila rifugiati ucraini, metà dei quali minorenni; il numero più alto in Italia. La maggior parte sono ospitati da parenti e amici della comunità di connazionali che conta in provincia 5 mila residenti. Ma 500 sono ancora negli hotel e la Prefettura ha intenzione di trasferirli tutti nei centri di accoglienza. Non essendoci posti sufficienti nei CAS locali, per molti si tratterebbe di allontanarsi da famigliari e conoscenti rimasti qui e dunque in tanti hanno finora rifiutato di andarsene. Fino a qualche giorno fa erano solo 128 quelli che volontariamente erano saliti sui pullman che li hanno portati fino a un’altra sistemazione.