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Tex, un mito italiano che ha conquistato il mondo

“TEX. 70 anni di un mito” Museo della Permanente di Milano. Dal 2 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019.

Il 30 settembre 1948 uscì nelle edicole italiane il primo “albetto” di Tex (promozionato con la locandina che pubblichiamo), personaggio creato da Gianluigi Bonelli (1908-2001) e disegnato da Aurelio Galleppini (1917-1994). La mostra milanese è stata curata da Gianni Bono, storico e studioso del fumetto italiano, in collaborazione con la redazione della Sergio Bonelli Editore.

L’esposizione milanese ripercorre l’epopea di Tex Willer, capo bianco della tribù dei Navajos con il nome di Aquila della Notte e ranger, che è anche quella della frontiera americana, attraverso i personaggi e gli eventi della serie e gli straordinari artisti della matita e del pennello che hanno reso Tex il mito oggi noto in tutto il mondo (è tradotto e pubblicato in 42 paesi).

In esposizione disegni, fotografie, materiali rari e talvolta mai visti prima. Si tratta di una mostra destinata non solo agli appassionati ma anche a chi volesse avvicinare per la prima volta il mondo grintoso, antirazzista e nemico di ogni ingiustizia di Tex, di suo figlio Kit, del burbero Kit Carson e del fiero indiano navajo Tiger Jack.

Sembra incredibile che un personaggio nato così tanti anni fa conservi ancora gran parte del suo fascino, che ne fa uno degli eroi più longevi del fumetto, paragonabile a icone come Superman, Batman, Capitan America. Sicuramente il prodotto fumettistico più venduto in Italia.

Il successo di pubblico per questa Mostra è stato finora altissimo, traversale alle generazioni, in un abbraccio attorno al ranger di giovani e meno giovani.

In mostra anche gli infiniti oggetti di merchandising prodotti nel corso dei decenni: dai diari ai quaderni, dai modellini dei protagonisti alle spille, dagli zaini al vestiario, dai giochi ai costumi, alle figurine. E al bookshop una ricchissima offerta di volumi e albi dedicati a Tex, compreso l’enorme catalogo della Mostra edito dalla Bonelli.

Nella teca dei numerosi volumi dedicati a Tex nel corso del tempo spicca il volume di Sergio Cofferati “Il mio amico Tex” (Editoriale Diario, 1998): “Lontano da me l’idea di una lettura politica delle sue storie, ma è innegabile il valore simbolico di un uomo di legge bianco che diventa il capo della tribù indiana dei Navajos. E non è da meno il modo in cui esercita la funzione dell’uomo di legge, sempre schierato con i più deboli. Ma la storia da sola non basterebbe se l’immagine non fosse evocativa e di pari livello. Lì sta la maestria di Galep nel disegnare le figure di Tex e dei suoi pards nella precisione dei dettagli, nella plasticità dei cavalli e nel naturalismo dei paesaggi, anche quando sembrano più ispirati dalla Sardegna dell’infanzia che dal lontano West”.

Rimaniamo in attesa, davanti alla edicola, il prossimo febbraio di comprare e leggere il n. 700 della serie. L’avventura del ranger continua.

Paolo Zaghini

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