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Terza dose, Rimini di gran lunga ultima in Romagna

La provincia di Rimini nettamente ultima in Romagna per la somministrazione della terza dose. Secondo i dati AUSL aggiornati al 14 novembre, nel riminese sono stati poco più di 15.800 ad aver ricevuto il vaccino di richiamo, molto indietro rispetto alla provincia di Ravenna (oltre 27.600) e Forlì-Cesena (quasi 24.900). In rapporto alla popolazione, a Rimini è circa sul 4,6%, a Forlì-Cesena più del 6% e a Ravenna sopra il 7%.

Quanto alle prime e seconde dosi, Rimini resta staccata di 5 punti percentuali dalla media della Romagna, che diventano 7 rispetto a Cesena e Ravenna, 8 su Forlì.

Intanto in Romagna sono diventati 225 gli operatori sanitari sospesi da funzioni e stipendio pef aver rifiutato il vaccino; una settimana erano 217. A Rimini sono 58 fra medici ospedalieri (7) e personale non medico (51). Inoltre in Romagna ci sono 22 sospesi fra medici di famiglia e sanitari che operavano in strutture convenzionate.

 

In Romagna nelle scuole ci sono 86 classi in quarantena. A Rimini sono 18: una in un nido, 6 negli asili, 3 alle elementari, 6 alle medie e 3 nelle superiori.

Sempre a Rimini nella settimana dall’8 al 14 novembre i casi sono stati 7 nei nidi, 3 negli asili, 25 alle elementari, 19 alle medie e 24 alle superiori.

Nella settimana dal 8 al 14 novembre  in Romagna si sono registrate 1815 positività (5,0%) su un totale di 36.640 tamponi. “Si registra un aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+630). – precisa AUSL Romagna – Rispetto alle previsioni del Piano aziendale si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da COVID, che ci pone nel livello arancione. In totale sono ricoverati 109 pazienti, di cui 4 in terapia intensiva”.

“Assistiamo ad un trend in costante crescita in queste ultime settimane – commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario di Ausl Romagna – allineato al dato nazionale e regionale che evidenzia la continua e costante circolazione del virus.

“Quindi – prosegue – potrebbero dire i detrattori del vaccino, cosa è cambiato dall’anno scorso quando la campagna vaccinale non era ancora partita? Risposta secca: molto, si è passati dalla “notte al giorno”. In una fase, spesso caratterizzata dalla memoria corta e dalle notizie che si bruciano in pochi istanti, abbiamo voluto mettere a confronto, in una slide riportata sul bollettino, lo stesso periodo dell’anno precedente con l’attuale. Alcuni dati significativi per comprendere immediatamente le differenze: 3744 nuovi casi nella settimana 9-15 novembre 2020 a fronte di 1815 nella settimana 8-14 novembre 2021; 451 ricoveri a fronte degli attuali 109, di cui 41 ricoveri in Terapia Intensiva a fronte degli attuali 5. Per quanto riguarda infine i decessi 45 nella settimana 2020 presa in considerazione, a fronte dei 15 attuali. Se a questo si aggiunge che l’anno scorso eravamo in presenza di forti restrizioni, mentre oggi ci muoviamo in libertà, la differenza è ancora più evidente”.

“Ecco allora a cosa serve il vaccino! Ma da solo non basta. Occorre supportarlo ancora con le misure che conosciamo: distanziamento, mascherine e igiene delle mani. Abbiamo ancora una parte di popolazione che ha scelto di non vaccinarsi ed un’altra parte, i bambini , che ancora, speriamo per poco, non possono effettuare il vaccino. Ai primi non smetteremo mai di rivolgere l’invito ad aderire alla campagna vaccinale. Come si dice, i numeri non barano e dando un’occhiata anche distratta, alla slide17 di questo bollettino, le ragioni sono più che evidenti”, conclude Altini.

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