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Tecnologia: digital culture UX e il “Viaggio dell’utente”

L’Era della cultura digitale e della connessione perpetua alla rete ha radicalmente mutato la nostra relazione con gli “apparecchi”.

La User Experience o UX è un termine utilizzato per definire il tipo e le modalità di relazione tra una persona e un prodotto, un servizio, un sistema. 

Il termine presuppone un approccio olistico: cerca di comprendere tutto ciò che ruota attorno all’interazione di un utente con un’azienda, un marchio o un’istituzione. E oggi, ancor più di ieri con un device che contiene l’applicazione che una data società usa per erogare servizi o vendere prodotti.

Ecco che questa disciplina che studia le nostre reazioni e relazioni con un apparecchio digitale come lo smartphone o il tablet serve alle aziende, ad esempio ai grossi portali di e-commerce, ai siti come quelli specializzati nel gioco on line, e alle app tout-court a capire come disegnare, e quindi programmare i servizi che offre agli utenti; sia dal punto di vista grafico, ma in particolare nell’ambito dell’interazione, appunto, tra interfaccia e utente.

Vediamo nello specifico cosa concerne la UX:

  • Serve a definire dal punto di vista fenomenologico l’esperienza di una specifica persona, evidenziandone la natura soggettiva, continua e dinamica; 
  • Ad analizzare e valutare la relazione tra le persone e prodotti, servizi, sistemi, scomponendo il concetto in specifiche dimensioni cui possono essere ricondotti indicatori e metriche;
  • È utile a descrivere un ambito multidisciplinare di attività e figure professionali, caratterizzate dall’utilizzo di specifici metodi e tecniche riconducibili allo Human Centered Design e finalizzate a ottimizzare la relazione tra le persone e i brand (User Experience Research, User Experience Design). 

Chi si occupa di questa branca tecnologica e chi fa progettazione in quest’ambito, definisce l’utente “persona” e testa le reazioni del soggetto-persona al design e alle risposte del software. 

Ora, con l’avvento del digital storytelling l’utente viene considerato l’eroe che compie il viaggio, e la app è quell’elemento che gli permette di superare le peripezie e risolvere il problema.

Inconsciamente quindi, un utente di app o di siti, nutre precise aspettative: qualsiasi servizio gli venga offerto da un’applicazione o da browser deve rispondere a un suo bisogno, deve risolvergli un problema, deve fornirgli velocemente e in maniera intuitiva il prodotto o servizio che cerca. Se parliamo di intrattenimento, deve poter trovare sull’app della sua TV in demand il film che vuole vedere senza troppi passaggi e con magari la sinossi che gli conferma di aver fatto la scelta giusta. Se vuole svagarsi, accedendo a un sito di giochi, deve poter accedere al gioco velocemente su un portale che sia ottimizzato per tutti i device; Immaginiamo, per esempio, un utente che voglia giocare dal vivo su un portale di giochi che simuli una casa di gioco terrestre; Il minimo che ci si aspetti è che l’utente possa trovare senza alcuna difficoltà la pagina voluta, senza perdersi nei meandri di una struttura web complicata, ma soprattutto che la pagina venga caricata velocemente. Ecco perché Amazon ha fatto scuola; infatti, qualora l’utente volesse acquistare un bene, dovrà avere il carrello virtuale sempre a portata di mano e deve esser sicuro di poter effettuare la transazione in tutta sicurezza.

Solo in questi casi il rapporto interfaccia-utente e il livello di User Experience possono dirsi soddisfacenti, perché hanno aiutato l’eroe a compiere il suo viaggio e risolvere la sua problematica.

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